Un’intera città in lacrime

Un’intera città in lacrime

LENTINI. Un’intera città in lacrime ha dato l’ultimo saluto a Salvatore Fabio Tinnirello, 21 anni, di Lentini, per gli amici Salvo, in servizio  presso il 24 Reggimento artiglieria terrestre “Peloritani” di Messina, morto il 2 giugno scorso, a causa di un incidente stradale avvenuto sulla strada statale “194” Catania – Ragusa, in contrada Sabuci, in territorio di Carlentini. L’uomo viaggiava a bordo di una Ford Fiesta in direzione di Lentini si è scontrata contro una Ford Focus che viaggiava in direzione opposta. Un dolore immenso i genitori Delfo e Giusi, i familiari e parenti, amici e commilitoni del Reggimento artiglieria terrestre “Peloritani”.  Il rito funebre è stato celebrato  dall’arcidiacono don Maurizio Pizzo,parroco che si è  svolto nella chiesa di  Sant’Alfio e con la partecipazioni di oltre duemila persone.  La morte di Salvo ha scosso l’intera comunità lentinese, che si è stretta attorno alla famiglia molto conosciuta in città, tra i quali una delegazione di militari  e ex alunni del Liceo Scientifico “Vittorini” di Lentini. Tantissimi corone, cuscini e mazzi di fiori bianchi sono stati appoggiati a terra a fianco della bara bianca al centro della navata della Chiesa. “Come un giglio appena colto – ha detto don Maurizio Pizzo, nell’omelia – sei stato strappato. Come un sole radioso affogato nelle viscere dell’oscurità. Come ad un’ala spezzata la rotta la cui rotta si è schiantata ad un dolore che si è trasformato improvvisamente in lama che ci trafigge. Come un viaggio o un sogno troncati sull’alba. Dinanzi a mille perché, a domande insolute, a risposte che forse non saranno mai esaurienti del tutto, a parole inutili, è meglio forse il silenzio.  Anzi tocca a noi ascoltare la tua predica caro Salvo, la tua lezione di vita. Dura da imparare, da digerire. Guardando la tua foto ci insegni a sorridere alla vita. A cercare il senso, la sua direzione, la strada. Anzi una vita senza sorriso e già spenta in partenza. Il silenzio e la fede ci potranno sostenere in questo momento triste per la nostra comunità”. L’arcidiacono don Maurizio Pizzo, parroco della chiesa Sant’Alfio lancia un appello dal pulpito alle istituzioni, che hanno competenza sulla gestione della strada statale “Questa tragedia inaspettata che ha strappato il fiore più bello della comunità, un fiore che  era appena germogliato – ha detto – è una tragedia che può capitare a chiunque, è già capitata altre volte, potrà ricapitare. Non possiamo permettere che una strada  venga percorsa ogni giorno da migliaia di veicoli, padri, madri di famiglia, giovani e anziani, bambini , lavoratori  che aspettano dopo una giornata di fatiche  di poter cenare e poter ritornare a casa. Dobbiamo riflettere e chiedere a chi ci governa di attivarsi subito  perché la famosa ragusana non sia più la strada bagnata dal sangue di tanti morti e feriti o peggio ancora delle lacrime amare di madri e padri che sentono morire ogni giorno. Vogliamo una strada sicura che ci faccia arrivare a destinazione”.  Prima della benedizione il saluto della fidanzata e poi la recita della preghiera del Soldato. La bara bianca,  dopo la benedizione, è stata portata a spalla dai militari del 24 Reggimento artiglieria terrestre “Peloritani” di Messina fino in piazza Duomo. Dietro un corteo di oltre duemila  persone commosso dalla tragedia. Durante il tragitto un silenzio irreale ha accompagnato Salvo. Poi un lungo applauso per salutare l’ultima volta Salvo. “Ciao Salvo resterei sempre nei nostri cuori”.

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