ROMA – “Non si possono accettare lezioni da chi non ha saputo neanche predisporre un piano regionale appena decente per il Recovery Plan. Se il tentativo del presidente Musumeci e dell’assessore regionale Falcone è di distrarre l’opinione pubblica siciliana con il solito tormentone del mitologico ponte sullo Stretto, mette francamente tristezza. Ed emerge la pochezza di soluzioni per il futuro che, peraltro, è sensazione lampante leggendo il piano regionale degli interventi da finanziare con il recoveryplan. In caso servissero idee, ricordo all’assessore le linee ferroviarie regionali, lo stato pietoso della viabilità provinciale, la manutenzione necessaria e continua sulle autostrade gestite dal Cas e gli interventi per la portualità siciliana che certo non saranno risolti dalla molto eventuale costruzione del ponte sullo Stretto”. Così il vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera, Paolo Ficara, risponde alle ultime dichiarazioni di esponenti della Regione Siciliana alle scelte del governo centrale.
“Ribadiamo che l’Europa ci chiede di investire le risorse in tempi brevi e certi, con spese da rendicontare entro il 2026, senza perdersi in incompiute storiche che, a memoria, hanno già drenato ingenti quantità di denaro pubblico senza alcun vantaggio per la Sicilia ed i siciliani. Le risorse del Recovery devono garantire una immediate ripresa economica, dopo la crisi sanitaria. Lo abbiamo già detto più volte come Movimento 5 Stelle e continuiamo a spiegarlo anche per chi non vuol capire”, insiste Ficara.
“Quello che Musumeci ed i suoi non dicono è che la Sicilia è la regione italiana che, nelle previsioni, è tra le principali beneficiarie delle risorse del Recovery Plan ed è una di quelle in cui la ripresa del pil viene stimata tra le più forti d’Italia. E poi sarebbe il caso di capire cosa ha in mente il governo Musumeci per la portualità siciliana. Se un ponte deve essere fatto per garantire l’attraversamento delle merci, come dice, bisognerebbe capire quale è il piano per far si che la Sicilia diventi una piattaforma logistica nel Mediterraneo e quindi movimentare le merci anche attraverso il fantomatico ponte. I nostri porti vanno resi hub logistici appetibili alle grandi compagnie di navigazione, con interventi di infrastrutturazione, lo sviluppo dei collegamenti intermodali e delle aree retroportuali, interventi necessari per attirare nuovi investimenti produttivi. Altrimenti è la solita retorica con cui si cerca di coprire le proprie lacune distraendo l’opinione pubblica con specchietti per le allodole. La politica deve dimostrare maturità oggi come mai ha fatto prima. E mi aspetto che la Sicilia dia l’esempio. Magari correggendo, e non solo a parole, quel piano per gli investimenti con i fondi del Recovery Plan che, ad esempio, non cita mai il porto di Augusta che pure è l’unico con qualifica europea Core nella rete Ten-T. Ne prenda nota anche il distratto assessore regionale”.