Grande successo per la presentazione del libro di Aldo Failla

Grande successo per la presentazione del libro di Aldo Failla

Lentini. Una serata di amicizia, solidarietà e condivisione. La terrazza del liceo classico “Gorgia” ieri sera era gremita di gente per la presentazione del libro di Aldo Failla “I calippisi di villa Borghese”. Un testo in cui si intrecciano vita pubblica e privata attraverso il racconto di luoghi e personaggi.
A discutere con l’autore c’erano Cettina Tarabbi e Tommaso Cimino, autori di prefazione e postfazione, alla presenza dell’editore Salvo Arcidiacono mentre a moderare è stata Katia Cava che ha voluto interpretare anche qualche brano.
Tra gli intervenuti, il dirigente scolastico del liceo Vittorini-Gorgia, Vincenzo Pappa-lardo, il sindaco Rosario Lo Faro, i lettori Giulio Pignatello, Antonino Tribulato, Gianni Failla, Pippo Moncada e Nello Neri. Presenti con le loro performance anche i maestri di musica e danza, Salvo Amore e Melissa Brancato.
“Un originale e suggestivo intreccio – ha scritto Gianni Failla nella premessa – di vita privata e pubblica. Questa perfetta simbiosi attrae il lettore perché nel libro ogni descrizione personale riserva aspetti di ampio e comune interesse. I luoghi descritti fanno rivivere, quasi sacralmente, vicende cariche di profonda umanità e sottratte alla peste del sonno”.
Significativo ed originale il titolo “I Calippisi di villa Borghese”: “Eppure quei calippisi che a villa Borghese non si sono mai vi-sti – ha scritto Tommaso Cimino – per Aldo Failla sono stati una scintilla di torcia dentro una caverna del tesoro in cui molto altro, come svela l’etimologia del nome Eucalyptus, era effettivamente ben conservato e ben nascosto nel dialetto mio e dell’autore, ammucciatu bonu”.
Tra i relatori, Cettina Tarabbi, autrice della postfazione: “Dobbiamo – scrive – essere grati ad Aldo perché ci consegna e ci affida fatti e personaggi sommersi dal buio di certe narrazioni, più attente alle maschere, spesso garanzia di audience. Essi nell’opera del nostro amico Aldo diventano volti, una preziosa testimonianza della Lentini che merita di non cadere nell’oblio”.

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