CARLENTINI – Dopo la panchina rossa per le donne vittime di violenza e quella rosa per le vittime di cancro, è stata inaugurata, oggi, in piazza Vittorio Veneto (Monumento ai Caduti) una terza panchina “bianca”, in memoria di Mahsa, la ventiduenne arrestata a Tehran dalla polizia religiosa, a causa della mancata osservazione della legge sull’obbligo del velo, in vigore dal 1981. La donna è in seguito deceduta in circostanze sospette il 16 settembre, dopo tre giorni di agonia. L’installazione evoca la purezza, l’incoraggiamento, l’ordine, la chiarezza mentale. Il colore bianco è l’unico colore che comprende tutti quelli dello spettro luminoso. Il suo significato è completamente all’opposto del colore nero. L’iniziativa è stata realizzata dagli operatori del progetto S.A.I. di Carlentini, centro per minori stranieri non accompagnati e seconda accoglienza per Msna, guidati dalla coordinatrice Chiara Calamoniere, gestito da Iblea Servizi Territoriali di Carlentini, in collaborazione con il Comune di Carlentini. All’inaugurazione hanno partecipato il sindaco di Carlentini Giuseppe Stefio, il vice sindaco Salvatore La Rosa, l’assessore al Decentramento Salvatore Ruta, la coordinatrice del centro Msa Chiara Calamoniere, il presidente di Iblea Servizi Territoriali Salvatore Cappellano, gli operatori e i mediatori culturali della struttura e i minori ospiti nel centro di via Mazzini. “Con la realizzazione di questa panchina – ha detto la coordinatrice del Msa Carlentini Chiara Calamoniere – vogliamo non solo onorare la memoria della ventiduenne Mahsa, ma attuare la sensibilizzazione sul territorio delle tematiche religiose che individuano erroneamente nella religione musulmana principi di violenza. Inoltre bisogna sensibilizzare ed educare i ragazzi presenti nella struttura e nel progetto Sai, riguardo le tematiche inerenti la religione, la libertà di culto, la libertà di espressione, la non violenza, la parità di genere”. “Questo luogo – ha detto il sindaco di Carlentini Giuseppe Stefio – dove sono ricordati i nostri caduti di tutte le guerre, oggi ricordiamo le vittime di violenza”.