Consentire ai lavoratori poco qualificati di sviluppare nuove competenze di base, le cosiddette soft skill, per rispondere meglio alle esigenze del mercato del lavoro e più specificatamente a quello dell’industria. Questo l’obiettivo del progetto europeo RISKREAL. In settori industriali come quelli legati alla produzione di energia eolica, alla filiera metalmeccanica e manufatturiera, l’attenzione è spesso infatti rivolta prevalentemente alle competenze tecniche dei lavoratori. Il progetto RISKREAL, finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma Erasmus+, si pone invece l’obiettivo di spostare l’attenzione su competenze non estremamente tecniche, le cosiddette soft skills, come ad esempio capacità di gestire la pressione e operare in squadra, ma anche di organizzare efficacemente il proprio lavoro nel rispetto di tempistiche e scadenze.
Il bisogno reale riscontrato è legato alla scarsa valutazione attribuita troppo spesso nei settori interessati a questo tipo di competenze, determinanti invece per il raggiungimento degli obiettivi lavorativi e di accettabili condizioni di benessere sul posto di lavoro. Il progetto è frutto della collaborazione di sette organizzazioni di quattro paesi dell’UE: Italia, Spagna, Grecia e Malta, provenienti da vari settori economici. Sono coinvolti la software house siciliana IPPO Engineering, specializzata nel settore dell’e-learning, facente parte del cluster di imprese catanesi JO Group, l’Università di Burgos, le società spagnole Adventis e Kveloce, l’ente maltese MECB, la ONG greca Protasi Zois e l’Istituto di Gestalt.
Per raggiungere l’obiettivo, le organizzazioni partner produrranno una serie di risorse. In primis un’applicazione web attraverso la quale sarà possibile valutare con un approccio “gamificato” nei lavoratori la presenza delle competenze non tecniche oggetto dell’indagine. Come attività preliminare verrà condotto un sondaggio con il quale saranno interpellati esperti di varie realtà industriali, per individuare le soft skill da considerarsi più importanti nei loro settori di riferimento, oltre che le metodologie più adeguate per analizzarle. Verranno poi approntati moduli di formazione teorici, orientati allo sviluppo di competenze psico-sociali che verranno resi disponibili tramite le piattaforme digitali, e un simulatore in realtà virtuale a supporto del curriculum didattico, che permetterà di simulare situazioni lavorative concrete per potenziare l’efficacia del processo formativo dei lavoratori. Tecnologie all’avanguardia come la realtà virtuale si pongono, quindi, al servizio del benessere psico-fisico dei lavoratori, spostando l’attenzione dalle capacità prettamente tecniche all’aspetto emotivo e relazionale.