Catania, AGRUMI: La Coa dice NO ai fenomeni degenerativi del mercato del lavoro.   Firmato il “Protocollo di impegno per l’eticità e la legalità del lavoro nel territorio”

Catania, AGRUMI: La Coa dice NO ai fenomeni degenerativi del mercato del lavoro. Firmato il “Protocollo di impegno per l’eticità e la legalità del lavoro nel territorio”

CATANIA – “Il 27 Giugno 2018 è stato sottoscritto per la prima volta in Sicilia per il settore agrumicolo un “Protocollo di impegno per l’eticità e la legalità del lavoro nel territorio” tra le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori agricoli e la nostra ditta – ha affermato Rocco Lardaruccio, amministratore delegato della Coa Srl – Questo patto di legalità è frutto di un impegno costante da parte della nostra azienda nel rispettare le leggi e i contratti, applicando tutti gli standard di sicurezza in materia di lavoro e, anche se può sembrare strano, purtroppo, ancor oggi, qui in Sicilia è difficile raggiungere simili risultati, perché troppo spesso sono diffusi fenomeni degenerativi del mercato del lavoro, con frequentissimi episodi di evasione contrattuale e contributiva, lavoro nero e varie forme di sfruttamento della manodopera”.Il “Protocollo per l’Eticità e la Legalità del Lavoro nel Territorio”, sottoscritto da COA srl, esempio virtuoso del comparto agrumicolo siciliano, insieme alle organizzazioni sindacali FAI-CISL e FLAI-CGIL e ad un’altra azienda del settore, dice NO all’evasione contributiva, al capolarato, al lavoro nero e a qualunque fenomeno degenerativo e lesivo per la dignità degli operatori.“Le Organizzazioni Sindacali hanno ritenuto opportuno contrarre con COA s.r.l. tale protocollo per l’effettivo impegno e realizzazione della “Rete del lavoro agricolo di qualità” ai sensi della Legge n.199/16, poiché solo attraverso il rispetto della legalità e della dignità del lavoro è possibile migliorare gli standard qualitativi tanto delle produzioni agricole e della loro commercializzazione, quanto i rapporti di lavoro tra i lavoratori e la nostra azienda che respinge le logiche dello sfruttamento del lavoro” conclude Lardaruccio.

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