Resoconto dell’intervento all’ARS dell’On.le Burtone in riferimento all’approvazione della legge contro il Crack

Resoconto dell’intervento all’ARS dell’On.le Burtone in riferimento all’approvazione della legge contro il Crack

Sono giorni importanti per la Sicilia in quanto è stata approvata la legge contro il Crack. Una droga che sta provocando molte vittime fra i giovani e che sta ingenerando vivo allarme sociale. Proprio su questo tema pubblichiamo l’opportuno intervento dell’On.le Burtone che ha toccato punti di particolare rimarco. Si tratta della trascrizione dattilografica della seduta n. 132 di Martedì 24 settembre 2024 presieduta dal Presidente On.le Galvagno.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Schillaci. E’ iscritto a parlare l’onorevole Burtone. Ne ha facoltà.

BURTONE. Presidente, il collega Presidente della Commissione Antimafia, Antonello Cracolici, ha iniziato il suo intervento dicendo che questo disegno di legge, questa legge – speriamo che venga approvata al più presto – non è maturata soltanto all’interno delle Istituzioni. C’è stata una spinta forte, un vento che ha soffiato da parte della società, della società civile. Innanzitutto le famiglie, quelle colpite da questa calamità e poi le istituzioni associative e l’impegno della Chiesa cattolica a partire dal Cardinale ma anche alcuni vescovi che si sono mobilitati e hanno chiesto alla politica di dare una risposta ad un fenomeno che è diventato estremamente negativo, pericoloso: la diffusione di una nuova droga. Noi abbiamo vissuto fasi diverse, abbiamo visto come l’eroina e, quindi, l’aids abbia colpito numerosi giovani. Tanti sono morti! E poi il flagello della cocaina utilizzata, spesso, nel fine settimana e poi c’era stata l’esplosione delle droghe sintetiche. Si era pensato che le droghe sintetiche potessero essere la nuova frontiera pericolosa per i nostri giovani, in verità è venuta fuori l’utilizzazione di questa droga che è un derivato, potremmo dire, della cocaina, cocaina che poi viene posta insieme al bicarbonato e liquefatta per essere poi fumata: il crack, questa nuova droga che colpisce pesantemente le giovani generazioni. Non c’è la città metropolitana che con le piazze presenta questo flagello, sono ormai anche le piccole comunità, anche perché, diciamocelo, è una droga a basso costo e, quindi, il giovane la può comprare. Anzi il basso costo dà l’impressione di qualcosa che, addirittura, possa non essere illegale. E invece il crack colpisce pesantemente e crea tanti, tanti problemi. Problemi che sono di natura sanitaria e sono anche di natura sociale. Il tema, però, non è quello di fermare l’attenzione soltanto sulla sostanza, va posto un ragionamento attorno alle cause, all’utilizzazione e soprattutto all’impegno che deve essere promosso per fronteggiare questa diffusione di una droga che sta mietendo vittime. Non ci sono degli incurabili, lo dobbiamo dire, però nessuno si illuda che siamo davanti alla possibilità di avere una soluzione miracolistica, cioè si assume un farmaco e questa droga viene bloccata. Assolutamente no! E non è soltanto un problema sanitario, è anche un problema sanitario, ma guai a focalizzarlo come il tema che riguarda le strutture della sanità. Noi abbiamo la necessità di dire che avremmo bisogno nuovamente di una frontiera che guarda al pubblico ma guarda anche al privato sociale. C’è bisogno di rimettere in campo le strutture di psichiatria, c’è bisogno di avere i nuovi Sert, ma c’è bisogno innanzitutto di comunità di autoaiuto. Ricordo, li ho conosciuti personalmente perché mi sono occupato nel tempo di questo tema, l’impegno di Don Mazzi, di Don Picchi, di Padre Religio con Gianni Rivera che era uno dei sostenitori di mondo X, ricordo l’impegno di don Albanese e tanti altri. A Catania, Padre Galan, a Caltanissetta Padre Sorge, tanti che si sono occupati e sono stati la vera frontiera perché le comunità dell’autoaiuto sono quelle che maggiormente nel passato hanno dato delle risposte significative al problema. Allora, anche questa volta, Presidente, il tema è quello di avere queste strutture. E questa volta, però, mi si permette e questo è il tema più delicato su cui la commissione si è fermata e ha ragionato perché è l’elemento di novità di quello che stiamo facendo. Noi non abbiamo una situazione semplice, perché la patologia che colpisce coloro i quali consumano crack è una doppia patologia. E’ la patologia legata alla schizofrenia paranoide, è la patologia legata alla tossicodipendenza! Quindi, il tema è quello di avere la riconoscibilità di una doppia diagnosi e questo non lo possono fare tutti, lo possono fare gli esperti in psichiatria, in questo tema ma anche e soprattutto quelli che si sono impegnati in questa frontiera. Noi non abbiamo delle comunità diffuse di autoaiuto che abbiano la capacità di incidere su questa doppia patologia cioè credo una sola comunità, avremmo bisogno di far sviluppare, ecco perché nella legge c’è un sostegno forte alla crescita del sociale, del privato sociale, che possa dare delle risposte significative a questo problema e, quindi, un impegno che deve essere promosso nei prossimi mesi, ed è un impegno che non si ferma però alla cura. È stato detto bisogna lavorare sulla prevenzione, ma lavorare sulla prevenzione non significa mettere un manifesto o promuovere una partita di calcio o una gara o qualcosa che possa essere diffusivo del messaggio, c’è bisogno di una costante azione di prevenzione e questa costante azione di prevenzione, deve essere di prevenzione primaria. La prevenzione primaria è quella che ha l’obiettivo di allontanare tutto il mondo giovanile e non solo dalla tossicodipendenza e dal consumo, quindi, nello specifico di questa droga, c’è la prevenzione secondaria è quella che incide su coloro i quali cominciano a fare utilizzo di questa sostanza, c’è la prevenzione terziaria che si rivolge a quelli che hanno una pesante condizione di consumo della sostanza, quindi, una prevenzione che deve essere diffusa, deve toccare il mondo della scuola con la formazione degli insegnanti perché possano conoscere questo fenomeno e poi accanto alla scuola anche le Istituzioni locali a partire dai sindaci, dai comuni, ai servizi sociali, per passare al mondo dello sport, al mondo sociale, al mondo ricreativo, c’è bisogno di fare tutto ciò perché è necessario che si riconosca questa patologia perché parlare di schizofrenia paranoide significa parlare di una patologia che colpisce persone che negano di avere la malattia, che negano di aver utilizzato la droga e, quindi, il problema centrale continua ad essere questo. Accanto alla prevenzione, lo dicevo, c’è bisogno della cura e nella cura io individuo un limite e, lo ripeto, l’ho fatto a tre volte, noi dobbiamo potenziare i reparti di psichiatria ma se non ci sono i medici disponibili perché questi sono in numero ridotto a causa del numero chiuso della Facoltà di Medicina… noi possiamo parlare della necessità di avere le migliori strutture psichiatriche, di dover lavorare per la doppia diagnosi. però il numero dei medici, degli psichiatri in particolare, è assolutamente ridotto e, quindi, bisogna guardare a questo orizzonte, avere più medici che possano lavorare nelle strutture pubbliche e nelle strutture private. E accanto alla cura poi c’è il tema della prevenzione, cura riabilitazione, non c’è dubbio che dopo la cura il giovane deve essere reinserito, e il reinserimento non può che venire con una valorizzazione delle caratteristiche umane, professionali di chi ha avuto questo limite di essere entrato nel tunnel della droga e in tal senso credo che una svolta fondamentale non possa che essere il riconoscimento dei diritti a partire dal diritto al lavoro. Infine, la repressione, anche qui c’è un doppio binario su cui bisogna lavorare, la prima repressione è quella che guarda il narcotraffico, di chi trafficante sparge morte nella comunità, vende questa droga insieme alle altre droghe che creano soltanto un flagello negativo tra i nostri giovani, e poi l’impegno che bisogna promuovere per quelli che da dipendenti, da tossicodipendenti per procurarsi la droga fanno dei reati e, quindi, possono anche incorrere in dei processi e qui va ribadito l’impegno che bisogna portare avanti affinché anche le strutture carcerarie possano operare in tal senso. Quindi, caro signor Presidente, io credo che sia necessario ribadire che questa legge cerca di affrontare i temi, noi abbiamo posto questa grande attenzione nei confronti della realizzazione di comunità che guardino alla doppia diagnosi, questo è fondamentale perché altrimenti noi non troveremo il modo per poter curare dei tossicodipendenti che hanno caratteristiche diverse rispetto a quello che abbiamo visto nel passato. E concludo Presidente, veda noi della nostra generazione abbiamo avuto un faro illuminante, era un vescovo brasiliano Hélder Camara, egli diceva che quando una persona sogna siamo davanti ad un sogno ma quando lo stesso sogno lo fanno più persone siamo davanti a una nuova realtà. La nuova realtà è rappresentata da quelli che hanno spinto le nostre Istituzioni e la Sicilia a fare questa legge, è un movimento che non si deve fermare, è un appello che faccio a loro perché difendono la vita dei nostri giovani e quindi è necessario che possano continuare. E l’ultima considerazione, Presidente, spesso la Sicilia viene indicata come la Regione che non legifera in maniera tempestiva, che fa delle leggi che non sono adeguate rispetto ai problemi, questa volta possiamo dire che abbiamo fatto un passo avanti, abbiamo anticipato tutti. La Sicilia ha fatto una legge importante che può essere di insegnamento anche alle altre comunità,   la Sicilia delle carte in regola, come diceva Piersanti Mattarella, perché mette al centro il tema della libertà dei giovani, di non essere soggetti ad una droga, che mette in campo la solidarietà che bisogna avere verso chi soffre e mette al centro anche il tema della salute, perché questi giovani indubbiamente rischiano di perdere la loro vita. Ecco perché la legge che stiamo affrontando, e che io spero venga votata al più presto è una legge importante per la nostra comunità.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Burtone per il suo prezioso intervento. E’ iscritto a parlare l’onorevole Chinnici, ne ha facoltà. Prego tutti i colleghi ad attenersi strettamente ai tempi per poter dare la possibilità ad ognuno di apportare il proprio contributo.

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