Giovani – Avvenire, il fallimento dei comuni

Giovani – Avvenire, il fallimento dei comuni

Ma cosa fanno i comuni per evitare che i giovani se ne vanno? Assolutamente nulla. I comuni hanno fior fior di laureati e poiché non c’è una progettualità tesa al progresso e al benessere questi giovani sono costretti a lasciare le terre natie per andare al nord o all’estero perché lì ci sono occasioni di lavoro vere e proprie, stipendi dignitosi e la possibilità di fare carriera. Qui siamo nel deserto. I comuni sono spesso sul limite della bancarotta. L’imprenditoria annaspa e cerca di non chiudere. Si fanno progetti faraonici per lo sviluppo del territorio, ma in realtà si risolvono in un nulla. Poi, siamo incapaci di trasformare il nostro territorio in una risorsa su cui sviluppare progetti di impiego serio e sostanziale per i giovani. Non c’è proprio nulla. Si parla di sviluppo del territorio nel senso di parlarne e basta. Invece, di concreto non c’è nulla. C’è il deserto. Ma allora perché ci riempiamo la bocca della parola “giovani”? Solo per una volontà meramente politica per attrarre voti. Poi del resto ci si dimentica di loro. I comuni non fanno neanche un’inchiesta per capire le ambizioni lavorative dei giovani in modo da capirne le necessità e avere idea della situazione. Non si fa neanche questo. Poi a che serve l’ufficio di collocamento. Essenzialmente a nulla. Quindi capite che per i giovani c’è nulla. I giovani vengono presi anche in gioro. Quindi… Per il momento l’unica via che hanno è lasciare un territorio ingrato che non vuole offrire reali possibilità lavorative. Inoltre, è una perdita anche dal punto di vista economico in quanto il talento di questi giorni frutta altrove e non nel luogo dove essi sono nati. Insomma GIOVANI-AVVENIRE, IL FALLIMENTO DEI COMUNI!!!

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