CARLENTINI – “L’amministrazione comunale ricorda con questa intitolazione un magistrato che ha svolto la sua delicata funzione in anni carichi di difficoltà e caratterizzati dalla sfida dello Stato, in tutte le sue articolazioni, alla prepotenza criminale mafiosa. Del resto lui era nato in questo quartiere e la sua casa natale è a pochi passi da questo luogo. Gabriele Alicata era orgoglioso di essere carlentinese”. Con queste parole il sindaco di Carlentini Giuseppe Stefio, sabato sera, ha aperto la cerimonia di intitolazione del complesso del Carmine al magistrato carlentinese Gabriele Alicata, deceduto il 22 dicembre 2012 e tumulato nel cimitero di Carlentini. A scoprire la targa commemorativa la moglie Giovanna e ai figli Giuseppe, Ettore, Maria Rita e Cristiana. La cerimonia di intitolazione del complesso del Carmine, dove è nato il magistrato Alicata, è stata fortemente voluta dal sindaco Giuseppe Stefio e dall’amministrazione comunale su imput del giornalista Gaetano Gimmillaro, cugino di Gabriele Alicata. La targa è stata benedetta da don Salvatore Siena, parroco della chiesa Madre. Alla manifestazione condotta dal giornalista Salvo La Rosa hanno partecipato assessori comunali, il presidente del consiglio comunale Salvatore La Rosa, i consiglieri comunali, il sindaco di Lentini Rosario Lo Faro, i rappresentanti delle associazioni di culturali e turistiche di Carlentini, l’associazione Anc di Lentini e Carlentini e l’associazione Anps, Il magistrato Gabriele Alicata è stato ricordato attraverso aneddoti personali e racconti oltre che dal sindaco Giuseppe Stefio anche dal cugino, il giornalista Gaetano Gimmillaro, dall’amico, l’avvocato Aldo Failla e il giornalista Salvatore Di Salvo che, a nome della Pro Loco, ha ricordato la figura dell’illustre carlentinese nel corso del suo impegno culturale per il premio “Leone d’Argento”. “L’edificio – ha detto il sindaco Giuseppe Stefio – è un complesso storico identitario per la città di Carlentini e secondo me non c’era modo più indicato per ricordare in eterno la figura del magistrato. L’intitolazione del complesso non è solo un gesto simbolico, ma una scelta che mira a mantenere viva la memoria di un magistrato insigne, uomo di profonda fede e di esemplare umiltà che ha percorso brillantemente tutti i gradi della carriera giudiziaria”.