Palermo, La luce del Natale Stella polare nella ricerca della verità

Palermo, La luce del Natale Stella polare nella ricerca della verità

“Come è possibile? non conosco uomo” esclamò Maria alla notizia del dare corpo all’impalpabile immaterialità della natura divina. L’umile giovane di Nazareth provò stupore alle parole del messaggero divino che le prospettava la possibilità di de-finire l’onnipotenza di Dio all’interno di un fragile e debole uomo, tanto da stravolgere la conoscenza degli elementi fondanti la propria religiosità. La notizia stupì, non poco, anche Giuseppe, come è possibile notare in una antica icona bizantina della natività, dove nella parte bassa a significare l’umano con le sue debolezze e le sue incertezze è raffigurato un Giuseppe curvo e col capo chino per il peso dei dubbi su quel concepimento verginale e a dir poco divino. Neanche i contemporanei di Gesù riuscirono a credere che Egli potesse essere l’Incarnazione della promessa di Dio dell’invio del Salvatore del mondo. Ma contrariamente ad ogni attesa umana l’agire divino non cessa mai di stupire; e così con grande meraviglia si scopre che a riconoscere Gesù come Dio e Signore sono proprio delle persone lontane, escluse da Dio e detestati dalla società. I primi a conoscere Gesù che nasce sono i pastori, i disprezzati lavoratori del gregge che, per il loro lavoro continuativo, non rispettano il sabato e quindi sono considerati al di fuori di ogni legge e privati della possibilità di entrare nel tempio. E che dire dei magi, astrologi pagani provenienti dalle regioni dell’Oriente, sotto la guida della stella, per adorare il re dei re? Anch’essi rispondono a quel Dio che non cessa di farsi presente a tutti gli uomini, attraverso la natura, riconoscendo dalle cose visibili l’invisibile Signore. Con i pastori e i magi si illumina il mistero nascosto da sempre in Dio, e rivelato negli ultimi tempi attraverso Gesù: i lontani sono chiamati a partecipare alla stessa eredità in Cristo Gesù, a formare lo stesso corpo come gli ebrei. Si rivela, allora, con la natività il mistero della Chiesa, corpo del Cristo e suo prolungamento nei secoli, chiamata ad essere lo strumento della salvezza e della riconciliazione dell’umanità dispersa dal peccato. Oggi in tante parti del mondo ci sono ancora conflitti, oppressioni; c’è il dilagare del male. Il mondo è tenebroso a causa dell’egoismo degli uomini, che crea conflitti e tensioni nella ricerca affannosa, e mai doma, degli interessi personali. Il nostro mondo è un mondo tenebroso, nel quale ogni certezza si confonde e ogni verità svanisce. Perciò è necessaria più che mai la luce che rischiari le tenebre della notte. Dio ha illuminato la notte di Betlemme con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo. Senza luce non si capirebbe il Natale. “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce”, profetizzò Isaia. L’evento di Natale illumina il cammino dell’umanità nelle tenebre della storia. Questa luce ha lo stesso effetto della stella polare per i viandanti nella notte. È necessario ravvivare la nostra speranza perché Dio è ormai presente nel mondo; è l’Emmanuele fattosi uomo per condividere tutta la nostra esistenza e accompagnarci nel nostro cammino. Accogliamo allora la luce del Natale. Accogliamo l’annuncio della nascita di Gesù come Cristo salvatore, Cristo Signore. Un Santo Natale!

Open chat
Ciao,
chiedici la tua canzone