SIRACUSA – Questa Amministrazione Comunale, nata per gemmazione dalla precedente, lascia l’ex Convento e la ex Chiesa di San Domenico in uno stato di desolato abbandono, alla mercé di quanti la vogliono utilizzare e depredare. Lo dichiara Vincenzo Vinciullo. I lavori, iniziati nel 2007, quando ero Assessore alla Ricostruzione, sono fermi da anni, senza che l’Amministrazione Garozzitalia, ora Italgarozzo, faccia nulla per concluderli e restituire ai cittadini il regio convento e la Chiesa annessa. Parlare di vergogna è poca cosa, uno scempio quotidiano che si concluderà, forse, con il crollo di parte dell’edificio, che risulta in stato di abbandono ormai da anni.
La cosa che colpisce, ha proseguito Vinciullo, sono i proclami che, quotidianamente, vengono fatti dagli attuali amministratori, che sono sempre gli stessi da sei anni, uno dei quali del lontano settembre 2013. In quell’anno, infatti, l’allora Vicesindaco, ora Sindaco, rispondendo alla mia interrogazione parlamentare n.1285 del 11 settembre 2013, ebbe ad affermare che “con l’arrivo di nuove risorse, realizziamo il sogno di Ortigia”. Ed ancora, Amano Siracusa: vogliono contribuire alla sua rinascita, sono dediti fino a notte alla sua ricostruzione. Ma di quale ricostruzione parlano e di quale contributo pensano di essere gli autori? dimenticava il Vicesindaco, ora Sindaco, che il bene appartiene al Demanio statale, che lo ha concesso al Comune solo per utilizzarlo come edificio scolastico e dimenticava pure che i finanziamenti erano già nelle casse del Comune, in quanto i lavori erano stati finanziati dalla Legge 433/91.Sono passati solo sei anni e l’edificio resiste al tempo, in attesa che riprenderanno i lavori già finanziati ed appaltati.Perché hanno chiesto ai siracusani di essere riconfermati nel ruolo istituzionale che ricoprivano già da anni?Forse per continuare nello scempio iniziato 6 anni fa?E in effetti, ha concluso Vinciullo, impegnati come erano ad autorizzare lo scempio del Maniace, poveretti, non hanno avuto il tempo necessario per occuparsi dei beni monumentali che appartengono alla nostra storia millenaria e al nostro popolo sventurato e sciagurato per avere scelto e riconfermato una simile amministrazione.