ROMA – Il siciliano Paolo Borrometi, direttore del giornale online “La Spia”, giornalista di Tv 2000, collaboratore dell’Agi, presidente nazionale di Articolo 21, socio Ucsi e consigliere nazionale della Fnsi, è il vincitore del premio Peter Mackler del 2019 per il giornalismo coraggioso ed etico. Sarà consegnato durante una cerimonia alla Craig Newmark Graduate School of Journalism di New York City mercoledì 25 settembre 2019. E’ il primo italiano a vincere un riconoscimento internazionale di cosi alto spessore. “Siamo entusiasti di onorare il lavoro di Paolo Borrometi – ha affermato Camille Mackler, responsabile del premio – quest’anno per il suo coraggio e la sua dedizione al giornalismo imperterrito di fronte al pericolo”, La copertura di Paolo Borrometi sulla mafia siciliana, in particolare le filiali di Siracusa e Ragusa, lo ha reso bersaglio di minacce di morte e attacchi personali, incluso un assalto di due uomini mascherati nel 2014 che gli ha ferito in modo permanente la spalla. Nello stesso anno, un incendio fuori casa di famiglia a Modica lo ha costretto a fuggire a Roma per sfuggire al pericolo. Paolo Borrometi ha vinto numerosi premi in Italia, tra cui il “Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana”, che gli è stato consegnato nel 2015 dal presidente italiano Sergio Mattarella. La cerimonia di premiazione sarà seguita da una tavola rotonda moderata da Ian Fisher, ex capo dell’ufficio di Roma per il New York Times. Negli ultimi 11 anni, il Premio Peter Mackler ha riconosciuto giornalisti provenienti da Montenegro, Sri Lanka, Russia, Honduras, Kazakistan, Sudan, Pakistan, Siria, Burundi, Messico e Montenegro. ll premio onora giornalisti ed editori che hanno dimostrato un impegno per l’equità, l’accuratezza e la verità sul potere e un impegno corrispondente per far valere il diritto di pubblicare o trasmettere quella storia in paesi in cui i media indipendenti sono minacciati. La scelta di quest’anno di un giornalista dall’Italia è un allontanamento dalla pratica passata. “L’Italia non è un paese che si assocerebbe ai regimi repressivi in cui operano i precedenti vincitori del Premio Peter Mackler. Tuttavia, Paolo ha già pagato caro e continua a pagare con costanti minacce alla sua vita per aver esposto il costo devastante delle operazioni della mafia in un numero crescente di paesi europei “, ha spiegato Camille Mackler. Il premio è un progetto del Global Media Forum Training Group (GMFTG), un’organizzazione 501 (C) (3). I partner includono la Craig Newmark Graduate School of Journalism presso CUNY, Reporter senza frontiere e Agence France-Presse. La Giuria è formata da: Sarah Bartlett, Decano, Craig Newmark Graduate School of Journalism presso CUNY, Jay Branegan, corrispondente estero Time Magazine, già membro del personale del Senato degli Stati Uniti – Comitato relazioni estere, Louise Roug Bokkenhauser, direttore internazionale, HuffPost, Marcus Brauchli, managing partner North Base Media, ex direttore esecutivo Washington Post e Wall Street Journal, Susan Chira, corrispondente senior New York Times, Christophe Deloire, direttore generale, Reporter senza frontiere, Brigitte Dusseau, direttore del Nord America, Agence France-Presse, Jørgen Ejbøl, presidente della Fondazione Jyllands-Posten, William J. Holstein, presidente della Fondazione The Overseas Press Club; membro del consiglio di amministrazione dell’Acos Alliance, Alia Malek, giornalista, autrice e avvocato per i diritti civili, Tom Robbins, giornalista investigativo in residenza, Craig Newmark Graduate School of Journalism presso CUNY, Steve Strasser, giornalista Newsweek, professore di giornalismo CUNY.
IL COMMENTO DI PAOLO BORROMETI SU FACEBOOK
Grazie ad ognuno di Voi: oggi finalmente è una bella giornata Piango per l’emozione per la notizia che ho ricevuto e la voglio condividere con Voi che mi siete sempre stati accanto nei tanti momenti di dolore, paure, ma anche piccole gioie.
Un importante premio internazionale per il giornalismo, il “Peter Mackler Award”, mi è stato assegnato da una qualificatissima giuria (di cui fanno parte, tanto per citarne qualcuno, il direttore dell’Huffington Post internazionale, il direttore generale di Reporters Sans Frontieres, il direttore della France-Press, il Washington Post ed il New York Times, oltre che l’università di New York).
Mi dicono che sono il primo giornalista dell’Unione Europea a ricevere l’onore di questo importantissimo riconoscimento, che intendo non solo per me ma per tutte le colleghe ed i colleghi che fanno soltanto il proprio dovere – quello di informare i cittadini nel rispetto dell’Articolo 21 della Costituzione.
Peter Mackler è stato un grande Giornalista ed io vorrei dedicare il premio che porta il suo nome alla indimenticabile Daphne Caruana Galizia, ai piccoli Alessio e Simone D’Antonio (uccisi dalla violenza del figlio di un boss in quella che è una strage a Vittoria) e ad Antonio Megalizzi, giovane libero ed innamorato del giornalismo. Oltre ad ognuno di Voi: grazie di cuore! Paolo