di Katia Cava
LENTINI – Ma chi l’avrebbe mai detto…sentirsi avvolti dall’ aura festante, dai drappi di velluto bordeaux e
verde muschio, dagli scudi e dagli elmi, dal rullo dei tamburi che tuonavano nel silenzio,
rompevano gli sguardi e spaccavano il ritmo dei cuori dentro i petti.
Cos’era?
Lentini…Lentini che rivestiva il Medioevo. Un Medioevo di passi gentili, ritmi segnati e stendardi
sventolati alla luce del tramonto. Sfilze di dame dai morbidi e lunghi capelli, seguite da cantori,
giullari, musici e ancora tamburi.
Il giallo, bordeaux, verde, blu notte, azzurro cielo e oro, sembravano pennellate sui muri.
Volti sorridenti, bambini gioiosi e anziani increduli. Gente allegra applaudiva e udiva, ascoltava
Messere Giovanni, grande nel suo manto di velluto, altisonante la sua voce rimbombava
attraversando i vicoli del colle.
Quei versi, di meraviglia vestiti, suonavano musica e cantavano l’amore del nostro grande Jacopo
da Lentini. Dalle stradine, dietro le bandiere, spuntavano giovani volti, aitanti giovinetti vestiti di
giallo e nero, sbattevano le bacchette di legno, li roteavano e li sbattevano ancora, fino a creare
un’eco che proveniva dalla collina, scendeva giù per il corso, si allargava sul piazzale e risaliva per il
Castellaccio. Questo…non un luogo angusto di un racconto medioevale, ma culla di canti,
musicanti e dolci danze. Nel canto, la voce di una dolce donzella dalla chioma riccia e un nastro
rosso che le cingeva la fronte, ondeggiava nell’ aria come nuvole che accarezzano i ricordi e
sfogliano la storia.
La musica e i cantori creavano una cornice unica, davano il benvenuto all’ interno del parco dove
luce era fiaccola, lanterna era locanda, fumo era fuoco, e fuoco era odore di poesia.
In alto dal colle, si udivano dolci voci, un coro di care donzelle e forti cavalieri raccontavano la
storia, la letteratura e la cultura.
Un finale trionfante, grandioso, magistralmente magico, quello di un gruppo di giullari che si
facevano chiamare “La Giostra”. La loro musica entrava nelle ossa, penetrava i muscoli e usciva
attraverso le note che svolazzavano dagli strumenti musicali, planavano sul pubblico, lo
accarezzavano e poi… un applauso coinvolgente ne esaltava la sua magia.
Colori, sapori, odori, versi, folklore, storia, racconti, canti, costumi, cultura, lettura, recitazione,
parole, musica, cuore, sentimenti, emozioni…tutto questo accadde in Lentini, così facendo volle
dire: “Cittadini, bevete questo Sapere, riscoprite la bellezza della conoscenza e miglioriamoci”.
Questo il messaggio che i giovani leggeranno, srotolando il ricordo di quella meravigliosa serata
del 2019.