Carlentini: Un’autostrada chiamata desiderio

Carlentini: Un’autostrada chiamata desiderio

di Emanuele Gentile
CARLENTINI – Nel 1951 Elia Kazan fece uscire un film che segnò un’epoca. Il suo titolo era “Un tram che si chiama desiderio”. Orbene per noi abitanti del comprensorio dell’arancia a polpa rossa il desiderio ha un solo nome: autostrada Ragusa-Catania. Se ne parla da anni, ma ancora non c’è traccia neanche dell’avvio dei lavori. E chissà quanto tempo passerà… Qualche giorno fa a Catania nel corso di un summit il vice-ministro Giancarlo Cancelleri ha affermato che la strategica arteria stradale si farà. Però come? I sindaci che si battono da 13 anni dimostrano più di un dubbio. Infatti, hanno presentato tre ipotesi. Nella prima si parla di 3 anni e 10 mesi e nella peggiore di bene 11 anni e 10 mesi. Quindi, come la mettiamo? Converrete che di parole sulla Ragusa-Catania se ne sono dette fin troppo senza risultati apprezzabili, concreti e tangibili. Eppure è un’arteria da fare senza alcun ma o dubbio di sorte. I perché sono molti. Prima di tutto, le popolazioni avvertono la necessità di dotarsi di un’infrastruttura sicura ed efficiente in grado di azzerare le decine di morti caduti lungo il tragitto da Ragusa a Catania. E’ una questione di vita o di morte. Questo semplice, ma drammatico dato di fatto lo si vuole capire o no? Non si può più restare indifferenti agli innumerevoli incidenti che funestano la SS 194. Qui la politica deve mostrare il volto della responsabilità. Inoltre, non abbiamo forse diritto ad avere un’infrastruttura che ci permetta la massima mobilità possibile? Le popolazioni del siracusano, ragusano e del calatino necessitano di un’autostrada che sia in grado di esaudire in pieno un diritto costituzionalmente tutelato quale il diritto alla mobilità. Ossia la possibilità di spostarsi in maniera sicura e veloce in tutto il territorio attraversato dall’importante arteria. La mobilità permette di realizzare molti obiettivi. In primis, sviluppa maggiormente l’integrazione dei territori. Integrazione dei territori foriera di molti vantaggi per il territorio. Un’autostrada come la Ragusa-Catania, infatti, permetterebbe di porre in essere, assieme ad altre infrastrutture essenziali (porti, altri tratti stradali, aeroporti e ferrovia), la realizzazione di un vero e proprio piano di sviluppo per i nostri territori. Il poter avviare alla distribuzione le merci diventa un atout essenziale per diminuire i costi ed essere maggiormente competitivi. Chiunque voglia intraprendere nel siracusano, ragusano e nel calatino un’attività economica sarebbe incentivato ad avviare un’iniziativa economica in quanto sa che trova un alleato prezioso nell’autostrada. Pensiamo, poi, al turismo. Le varie località facenti parte del circuito del Val di Noto e del Barocco del Sud-Est sarebbero più facilmente raggiungibili aumentando di fatto le presenze di turisti con indubbi benefici per l’intero territorio. Avere, insomma, un’autostrada nuova ed efficiente consentirebbe a noi di poter aspirare a un diverso assetto economico che contribuirebbe a fermare l’esodo di migliaia di persone che vanno nel Nord o all’estero in cerca di lavoro e di maggiori sicurezze. Qui ritorna il senso di responsabilità che deve permeare l’azione della classe dirigente locale, regionale e nazionale. E’ in gioco il benessere di una parte consistente del territorio siciliano che grazie a particolari condizioni storiche e culturali ha dato vita a un gioiello che si può definire in tre modi: Val di Noto, Barocco e Iblei. Pertanto, la stagione degli annunci, spesso a fini propagandistici ed elettorali, è finita da tempo. Gli abitanti dei territori attraversati dalla vecchia SS 194 vogliono oramai risposte chiare e definitive. Si è discusso per troppo tempo. Ora è tempo dei fatti. Il nostro avvenire dipende in massima parte dalla realizzanda autostrada. O vogliamo continuare a perdere tempo come la Siracusa-Gela di cui si annunciò la fine dei lavori nel 1973, mentre solo ora sono ripartiti i lotti dopo Rosolini?

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