SIRACUSA – I Finanzieri del Comando Provinciale di Siracusa, nell’ambito di investigazioni economico-patrimoniali finalizzate all’applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali, hanno sottoposto a sequestro beni per un valore di oltre 550.000 euro nei confronti di un pluripregiudicato netino, appartenente alla comunità nomade dei “Camminanti”. Le indagini, intraprese d’iniziativa dalle Fiamme Gialle, sono state dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica di Siracusa che, dopo aver vagliato la pericolosità sociale del soggetto e la sproporzione reddituale dei beni dallo stesso posseduti, ha avanzato la proposta di applicazione della misura patrimoniale prevista dal Codice Antimafia al Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione. Nel dettaglio sono stati sequestrati 1 terreno, 5 polizze, 3 automezzi e 4 rapporti bancari, per un valore complessivo di € 565.000,00, risultati nella disponibilità del soggetto che, senza fissa occupazione, nell’arco di qualche anno sarebbe riuscito ad accumulare tale patrimonio, occultato al fisco e frutto di numerose attività delittuose. Il Codice Antimafia, infatti, in presenza di specifici presupposti soggettivi (pericolosità sociale del soggetto desunta dai suoi numerosi precedenti, carichi pendenti e condanne) e oggettivi (sproporzione tra redditi e patrimonio accumulato) consente di sequestrare, in vista della successiva confisca, i beni dei soggetti considerati “socialmente pericolosi” i quali per condotta e tenore di vita e per l’accertata commissione di reati, si ritengono vivere abitualmente con i proventi di attività delittuose. In particolare, il proposto risultava annoverare nella sua fedina penale un numero cospicuo di reati di vario genere, tra cui spicca la ben nota “truffa dello specchietto”, commessi in diverse parti d’Italia e specificamente nelle province di Imperia, Piacenza, Ferrara, Pescara, Messina, Catania, Palermo, Caltanissetta, Agrigento e Siracusa. La Guardia di Finanza ha dimostrato come i redditi percepiti dal proposto, per lo svolgimento saltuario dell’attività di bracciante agricolo, non sarebbero stati sufficienti al sostentamento minimo del nucleo familiare, né tantomeno a giustificare gli acquisti e gli investimenti effettuati dall’interessato negli anni. Si è così potuto ritenere con certezza che i beni sequestrati fossero stati nel tempo acquisiti con i proventi delle numerose attività illecite poste in essere dal soggetto in tutta Italia per le quali lo stesso è stato destinatario di molteplici e reiterati provvedimenti di divieto di ritorno negli stessi Comuni ove ha commesso tali delitti. La continua crescita dell’economia criminale vede sempre più la Guardia di Finanza impegnata nell’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, che consente di sottrarre ricchezza alla criminalità e restituire alla collettività il frutto dei proventi derivanti da attività delittuose, colpendo il cuore dell’economia illegale e sommersa a vantaggio del sano e libero mercato dei beni e dei capitali.