SIRACUSA – La rappresentanza sindacale unitaria del Tribunale di Siracusa, in una lettera inviata al Ministro della Giustizia, all’assessore regionale alla Sanità, al responsabile della Protezione Civile della Regione Sicilia, ai capi degli Uffici Giudiziari di Siracusa, alla direzione Asp di Siracusa e al prefetto di Siracusa, ha chiesto l’immediata sanificazione del Palazzo di Giustizia di viale Santa Panagia. I sindacalisti interni scrivono: “A seguito della riscontrata positività al covid 19 di un sostituto procuratore, il Presidente del Tribunale ha richiesto una seconda sanificazione del Palazzo di Giustizia. A quanto pare la detta sanificazione sarà effettuata non a tappeto in tutti gli ambienti dell’immobile ma solamente in quelli in cui si presume abbia avuto accesso il magistrato contagiato. La Rsu ritiene che la sanificazione debba essere ripetuta nell’intero palazzo in quanto non si può escludere che persone venute in contatto con il magistrato contagiato (e a loro volta contagiate) possano aver avuto accesso nei locali più disparati e “lontani” dalla propria abituale postazione di lavoro. Ad esempio, è notizia certa che, nella giornata di ieri, un vice procuratore onorario – per il quale è facile ipotizzare un pregresso contatto con la persona contagiata, si è recato nella cancelleria penale dell’ufficio del Giudice di Pace, ufficio che si trova al piano “-1” e, quindi, in una parte del palazzo diametralmente opposta a quella solitamente utilizzata dal sostituto procuratore risultato positivo. La Rsu chiede inoltre che venga eseguito il tampone a tutti i dipendenti del Palazzo di Giustizia e, contestualmente, tutti i dipendenti debbano effettuare un periodo di quarantena nell’attesa dell’esito del test”. La rappresentanza sindacale unitaria chiede pure la revoca provvedimento emanato dal Presidente con cui è stata disposta la riapertura per il giorno 3 aprile (a soli due giorni dalla sanificazione!). È d’uopo rilevare che ogni dipendente, effettuata la turnazione del presidio, rientra nella propria abitazione dove verrà necessariamente in contatto coi propri cari (persone di ogni età e, soprattutto, di età avanzata). Risulta infine che il Pm risultato positivo, a motivo della sua attività, non ha frequentato solo i locali della Procura ma sovente si trovava nelle parti più disparate del Palazzo di Giustizia quali, ad esempio, i distributori di bevande e caffè prevalentemente (ma non solo) del secondo piano senza far uso di alcun dispositivo di sicurezza di cui peraltro, a tutt’oggi, nemmeno il personale è stato dotato. Per tutte le considerazioni che precedono si chiede l’immediata chiusura del Palazzo di Giustizia per il periodo di 15 giorni da oggi a tutela della salute dei lavoratori ed al fine di scongiurare che diventino veicolo di contagio per i rispettivi familiari. Resta inteso che nel predetto periodo potranno essere garantite tutte le attività già previste dal cosiddetto lavoro agile”