ETTERA APERTA AI VERTICI DELL’ASP DI SIRACUSA

ETTERA APERTA AI VERTICI DELL’ASP DI SIRACUSA

SIRACUSA – Lettera aperta del Signor Salvatore Greco ai vertici dell’Asp.
Ecco il testo:
Cari vertici dell’ASP di Siracusa, Direttore Generale dott. Ficarra, Direttore Sanitario dott. Madeddu, Direttore del presidio ospedaliero Umberto I dott. Giuseppe D’Aquila.
Noi cittadini siracusani chiediamo le immediate vostre dimissioni in blocco per manifesta incapacità nella grave gestione dell’emergenza coronavirus.
Incapacità da più parti evidenziate in questo ultimo mese e portate alla ribalta nazionale dalla trasmissione Report. La (non) ntervista del Direttore Generale alla giornalista ha dello sconcerto pari alla gravità dei disservizi emersi in queste settimane, che sono venute violentemente fuori grazie anche al gesto disperato di un vostro dipendente, mentre tutto era ancora pubblicamente sottaciuto.
Come cittadini ci aspettavamo, dal nostro Direttore Generale, almeno delle argomentazioni e delle rassicurazioni che potevano dare un senso al disorientamento in cui tutti in questi giorni siamo precipitati, sia per l’emergenza in sé che in particolare per le insicurezze trapelate sull’operato di un presidio sanitario (l’Ospedale Umberto I) che in prima istanza dovrebbe tutelarci.
Ma abbiamo assistito a delle non risposte che ci hanno buttato ancor più nello sconforto, come se a parlare non fosse un pubblico ufficiale che deve dare conto alla comunità del suo operato e a maggior ragione in questo difficile momento la figura più alta nel territorio dal punto di vista della salute pubblica, ma un privato.
Questa stessa non intervista ha testimoniato davanti ai nostri occhi la manifesta incapacità in questo momento per lei e i suoi colleghi di ricoprire il ruolo delicato cui siete deputati. Ci basta questo,., a noi basta già questo per chiedere a gran voce dall’interno delle nostre case, dei nostri sacrifici, le vostre immediate dimissioni (poi come dice lei le inadempienze che vi vengono contestate saranno oggetto di verifiche e accertamenti giudiziari).
Anche perchè in questa emergenza così traumatica per tutti, noi cittadini esigiamo che dalla parte pubblica che ci dovrebbe tutelare vi sia il massimo sforzo di umiltà, responsabilità, competenza, autocritica, trasparenza. Non… omertà. Omertà in quello che stava succedendo, omertà verso l’utenza (la circolare sul non uso delle mascherine da parte dei sanitari per non allarmare i pazienti è una boutade che non potremo dimenticare), omertà in una intervista pubblica.
Ma attenzione la circolare non è un inciampo. Nelle crisi le culture sociali vengono a galla prepotentemente. Questa circolare e il senso omertoso generale ci mostra una cultura che purtroppo qui conosciamo bene, specie nella sanità. E’ quella cultura fatta di appartenenze, di politiche, di gestione degli affari e del potere che nulla ha a che vedere con la competenza, la meritocrazia, la gestione organizzativa. Quella cultura per cui meno se ne parla meglio è, quella cultura che si tiene in ombra nelle stanze, quella per cui il pubblico è vissuto come privato, quella cultura per cui io non posso parlare perchè rompo equilibri, quella cultura dei posizionamenti, delle nomine, quella cultura che, vogliamo essere cattivi, nell’emergenza coronavirus ci potrebbe vedere un’occasione prossima futura di fare nuovi affari. Non scandalizziamoci, ci siamo dentro fino al collo e tutti sappiamo.
Tutto quello che è emerso fino ad oggi, i disservizi, le angosce dei dipendenti sanitari, le folli circolari, le non interviste, sono un manuale perfetto di questa cultura. E il video-urlo del dipendente è lì a dimostrarlo: del resto come uscire da una cappa?
Ci rendiamo conto che questa è una crisi sanitaria difficile, ma abbiamo avuto un mese di tempo per prepararci. Una cultura organizzativa diversa non si sarebbe fatta trovare impreparata.
Noi cittadini siracusani, è vero, chiediamo fortemente le vostre dimissioni, ma in realtà nel profondo del nostro cuore chiediamo con forza le dimissioni di questa cultura.

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