La Pop Art del maestro Umberto Gagliano

La Pop Art del maestro Umberto Gagliano

La Pop Art arrivata in Italia dall’America e dall’Inghilterra negli anni ’60, determinò una nuova concezione dell’arte, stravolgendo l’idea accademica della raffigurazione pittorica e, sostanzialmente, sostituendola con nuove espressività, legate principalmente alla raffigurazione di oggetti tratta dalla realtà del momento: televisione, frigorifero, poster, lavatrice, automobile, lattine o riviste di giornale, per raffigurarle nelle opere allontanandoli dal loro ambiente naturale e isolandoli.

Per meglio comprendere la Pop Art nella sua modernità espressiva, abbiamo incontrato, nel format “10 minuti insieme” il maestro catanese Umberto Gagliano che ci ha fatto ammirare le sue opere d’arte davvero eccezionali.

Caro Umberto, noi conosciamo bene le tue opere, ma è giunto il momento che ce ne parli tu.

Grazie Renato per la possibilità che mi dai di parlare della mia Pop Art, di quella di cui mi sono innamorato grazie a mio padre che, per primo, mi regalo un fumetto. Quelle immagini mi sono rimaste in testa per un bel po’ ed è sicuramente da quel momento che ho sentito forte l’esigenza di mettermi a dipingere su quel stile e su quel modo di rappresentare uomini e cose.

La tua mostra alla Rinascente di Catania e che hai portato anche in Inghilterra è stata visitata da migliaia di persone. Qual è il segreto di questo bel riconoscimento?

Nessun segreto, caro Renato, ma solo la passione che ti avvolge e stravolge. Il momento creativo per me è tutto e quando ho deciso di metter in mostra le mie opere alcune dedicate alla mia Catania, ho avuto un riconoscimento inaspettato, bello che conservo gelosamente.

Umberto ma solo Catania e S. Agata nelle tue rappresentazioni figurative?

Hai ragione. Non solo Catania ovviamente, ma anche la storia di Orlando che combatte con Ferraù, e in generale dei paladini di Francia. C’è ancora la musica e tanto altro.

Maestro, quando possiamo venire a vedere le tue opere?

Sempre, quando volete. Per fortuna ci sono i social all’interno dei quali c’è davvero una sorta di permanente, comunque vi aspetto, basta contattarmi e sarò lieto di farvi vedere tanti altri lavori che non hanno ancora trovato posto in nessun mostra.

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