NOTO – Il vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò, apprendendo con dolore del grave incendio che ha colpito il territorio di Noto, particolarmente la zona di San Corradodi Fuori, ha voluto raggiungere con un messaggio di vicinanza il Sindaco della città e l’intera comunità netina, esprimendo il suo sgomento, unito a indignazione, per la possibile origine dolosa di questa devastazione; per questo invoca che venga fatta giustizia, che si assicuri maggiore legalità e si incentivi una più marcata sensibilità a sentirsi tutti “custodi” della casa comune che è il creato che ci è stato donato. “Da adesso in poi vorremo far crescere nel nostro cuore una particolare cura per l’ambiente, un rispetto ancora più degno per la natura, una più grande meraviglia per la creazione di Dio”, scrive il Presule nel suo messaggio, assicurando altresì la sua preghiera, non disgiunta da affetto e solidarietà. Di seguito, il testo del messaggio del Vescovo:
Caro Sindaco, Cari Netini, Cari Amici, Mentre trascorro alcuni giorni con i miei familiari in Calabria, apprendo della devastazione che gli incendi hanno provocato alla nostra Noto e in particolare a San Corrado di Fuori. Vi esprimo il mio sgomento e il mio dolore per questa ferita a luoghi che ci sono
cari, che appartengono alla nostra memoria e nutrono la nostra identità. Il dolore diventa indignazione nell’apprendere della possibile origine dolosa della
devastazione. Decine di ettari di splendida macchia mediterranea andati in fumo, alcune abitazioni rese inabitabili. So che la tenacia e il nostro amore per la terra del nostro patrono San Corrado, alla lunga avranno la meglio e che da ciò che oggi appare come un deserto spettrale nascerà un giardino, ma oggi è tempo del dolore. Questo dolore, in particolare di coloro che hanno avuto le case e le proprietà distrutte, ha diritto ad avere giustizia. Giustizia non è solo punire i colpevoli, cosa che ci auguriamo avvenga presto con la dovuta severità, ma è anche bloccare tutti gli affari impropri che spesso sono la causa degli incendi dolosi; è dire basta alle pratiche clientelari nella gestione degli operatori della forestale; è anche incentivare e valorizzare la cosiddetta “agricoltura
multifunzionale” proposta dai regolamenti comunitari e volta a far riscoprire e impiegare gli agricoltori residenti come autentici custodi dell’ambiente, in
particolare per quanto riguarda la messa in atto di tutti quegli interventi di diserbo a prevenzione degli incendi. Così, giustizia è dotarsi di sistemi di controllo capaci di valorizzare le possibilità della tecnologia; è scoraggiare la superficialità di chi lascia i propri terreni incolti; è impedire l’edificazione nei luoghi colpiti dal dolo. Oggi porterò il dolore della mia Noto nella preghiera. A tutti voi esprimo la mia vicinanza e il mio affetto. Una preghiera di gratitudine si accompagnerà a quella di intercessione per tutti coloro che con grande generosità hanno fatto di tutto per impedire danni peggiori.
Vi ringrazio di cuore a nome di tutti e vi benedico. Da adesso in poi vorremo far crescere nel nostro cuore una particolare cura per l’ambiente, un rispetto ancora più degno per la natura, una più grande meraviglia per la creazione di Dio. Non si tratta, infatti, semplicemente di “alberi che sono andati bruciati”, ma della bellezza umana che con gli alberi è andata in fumo, oscurata dalla barbarie di un gesto vile e ignominioso. Questo impegna tutti a crescere nella propria umanità, perché resta l’umano-che è-comune il vero custode dell’essere del giardino meraviglioso chiamato Terra, nostra casa comune, come papa Francesco ha magistralmente insegnato nella Laudato Si’