MUSICA&PAROLE: I CONSIGLI DI LORENZA
Capitolo 5. “Un altro giro di giostra”, Tiziano Terzani
«Si SA, capita a tanta gente, ma non si pensa mai che potrebbe capitare a noi. Questo era sempre stato anche il mio atteggiamento. Così, quando capitò a me, ero impreparato come tutti e in un primo momento fu come se davvero succedesse a qualcun altro. “Signor Terzani, lei ha il cancro”, disse il medico, ma era come non parlasse a me, tanto è vero – e me ne accorsi subito, meravigliandomi – che non mi disperai, non mi commossi: come se in fondo la cosa non mi riguardasse. Forse quella prima indifferenza fu solo un’istintiva forma di difesa, un modo per mantenere un contegno, per prendere le distanze, ma mi aiutò. […] Stavo per compiere cinquantanove anni e mi venne da voltarmi indietro, come si fa per guardare con soddisfazione la salita che si è fatta, una volta arrivati in cima a una montagna. La mia vita fino ad allora? Meravigliosa! Un’avventura dopo l’altra, un grande amore, nessun rimpianto, niente di importantissimo ancora da fare. […] Mi parve che tutta la mia vita fosse stata come su una giostra: fin dall’inizio m’era toccato il cavallo bianco e su quello avevo girato e dondolato a mio piacimento senza che mai – me ne resi conto allora per la prima volta -, mai qualcuno fosse venuto a chiedermi se avevo il biglietto. No. Davvero il biglietto non ce l’avevo. Tutta la vita avevo viaggiato a ufo! Bene: ora passava il controllore, pagavo il dovuto e, se mi andava bene, magari riuscivo anche a fare…un altro giro di giostra».
Si apre così “Un altro giro di giostra”, il libro con cui il grande giornalista che ha raccontato il mondo (Tiziano Terzani, N.d.A.) ha intrapreso un viaggio diverso, più intimo e personale. L’occasione è stata la grave malattia che l’ha colpito, ma il viaggio che l’ha portato, da New York all’India, lungo le strade internazionali della medicina, sia tradizionale che alternativa, si è a poco a poco trasformato in un viaggio interiore. I due percorsi si sono sovrapposti e si sono conclusi simbolicamente davanti alla maestà senza tempo dell’Himalaya. Lì Terzani ha trovato la risposta che cercava, incarnata nel volto e nelle parole di un Vecchio saggio, e poi l’ha consegnata a queste pagine perché potesse essere di aiuto a chi si sente fuori posto, a chi sta cercando, a chi soffre: “Il vero guru è quello che sta dentro di te”.
Ho iniziato a leggere questo libro in primavera, durante il lockdown, in uno dei periodi più difficili della mia vita. Da settimane cercavo un libro in grado di interrogarmi, di aiutarmi a mettere in discussione tutto ciò che fino a quel momento avevo dato per certo, per scontato. Perché convincersi di credere in qualcosa non vuol dire crederci veramente. “Un altro giro di giostra” è stato il terremoto interiore di cui avevo bisogno. D’altronde per costruire qualcosa di nuovo è spesso necessario demolire quel che rimane. Mi sono, dunque, sforzata di vedere nella quarantena un’opportunità per ripartire da me stessa con nuove consapevolezze. E in questa ripartenza, Tiziano Terzani è stato un discreto compagno di viaggio: sempre presente, mai invadente. Oggi ve lo presento, in questo secondo giorno di lockdown, perché le pagine del suo libro possano essere un balsamo per le vostre ferite e per il vostro dolore.
“Un altro giro di giostra” è uno di quei libri da leggere al bisogno, poche pagine per volta. La sua lettura ti cambia in profondità, ti insegna ad andare oltre le apparenze, ti aiuta ad allargare il tuo orizzonte conoscitivo. Filosofia, sociologia, antropologia, spiritualità e medicina si incontrano per, poi, fondersi tra loro e impregnare le pagine di questo “diario di bordo”. Quello di Tiziano Terzani è un viaggio alla ricerca di un qualcosa che ci manca ma al quale non sappiamo dare un nome; è un continuo ripetere che la cura, in Oriente, sta nel credere nella cura e non nella cura stessa; è il viaggio di un uomo che avverte il bisogno di essere preso in carico nel suo insieme e non nelle sue singole parti.
La penna di Terzani è empatica, schietta, diretta; il lessico è ricercato senza mai risultare barocco; lo stile è semplice ma allo stesso tempo raffinato ed elegante. Il giornalista racconta il dolore in una maniera inedita ed ecco che, pagina dopo pagina, ci si scorda quasi che a scrivere è un “malato”. Tiziano Terzani, infatti, sin da subito, scorge nel suo malanno non un ostacolo, bensì un’opportunità. Fragilità e forza d’animo diventano, così, due facce di una stessa medaglia che egli indossa senza vergogna.
BUONA LETTURA!
Lorenza Ferraro
L’articolo è stato pubblicato in data 7 novembre 2020 su https://www.clusteradv.it/.
Ringraziamo l’agenzia di comunicazione Cluster ADV per la gentile concessione.