Oggi, alle 15.00, nella chiesa degli artisti di piazza del popolo a Roma l’ultimo saluto a Stefano D’Orazio. Malgrado le restrizioni legate al COVID-19, la band, i suoi “amici per sempre” era tutti lì, presenti, immobilizzati dal dolore nel guadare la macchina che trasportava la salma del loro “fratello”. In sua memoria, ho scritto un ricordo del mio “primo incontro” con la band e dell’ultimo legato alla loro storia di musicisti.
IL PRIMO E L’ULTIMO…
Era l’estate del 1980 quando, per la prima volta, andai a vedere un concerto dei Pooh.
Mio fratello Joe (fan dichiarato) con la sua”Marilú” (una Dyane 6) mi aveva fatto questo prezioso regalo.
Era il periodo dei concerti negli stadi e noi eravamo andati al “Cibali” di Catania per vederli. Era il 20 agosto. All’inizio la delusione mi aveva assalito perché il sindaco non aveva dato il permesso di “entrare” nel prato, privandoci così, di goderci lo spettacolo sotto il palco. Erano anni difficili per la musica dal vivo. Non c’erano gli spazi. Ci dovemmo accontentare degli spalti e di vederli a distanza.
Fu una lunga attesa, quasi noiosa.
All’improvviso si spensero le luci dello stadio e “via” con INCA. Iniziò il concerto: luci, fumi ed effetti scenici incredibili, compreso il laser. Uno spettacolo straordinario.
Da lì in poi, una bella e lunga “militanza” (con alcune pause di “riflessione”) e la partecipazione a tanti concerti e a tante “suonate” con la band di famiglia: io, mio nipote Salvo e mio fratello Joe. Nel 2009, quando Stefano decise di lasciare i Pooh, fu un vero trauma ed il primo momento in cui pensai che quella “storia” era giunta al capolinea. Non andai a vederli. Non lo accettai. Ritenevo che la parola fine doveva essere scritta da tutti e quattro insieme.
L’ultimo concerto l’ho visto ad Acireale nel 2016 (la Reunion) invitato dal mio amico e fratellino Red.
Fu una bellissima serata ma vissuta con il magone di chi era consapevole di assistere all’ultimo atto. Il “vero” ultimo concerto tutti insieme: i Pooh.
Un grande rammarico per quell’ultima volta: non aver fatto una foto tutti insieme. Mi ero detto: “ci sarà tempo”.
Non avevo preso in considerazione di dover “fare” i conti con “la vita che finisce” e con il grande dispiacere di perdere una persona cara che ha accompagnato tanti momenti belli e qualcuno anche molto triste, nonché i miei sogni di piccolo “musicante”innamorato di quella immensa batteria.
Addio Stefano!