SIRACUSA – Ci sono figure di uomini destinate a rimanere impresse per sempre nella memoria collettiva della nostra città perché, con il loro silenzioso e laborioso “fare” quotidiano, hanno contribuito a formare e forgiare intere generazioni di siracusani.
Il professore Vincenzo Tedeschi è stato, certamente, uno di questi.
La notizia della sua scomparsa, diventata di pubblico dominio solamente ieri a distanza di un paio di giorni dal luttuoso evento, è un altro inequivocabile segno di quella straordinaria discrezione che ha accompagnato sempre la vita di un uomo la morte del quale non colpisce solamente la stretta cerchia dei suoi affetti familiari più cari ma l’intera comunità.
Siracusa ha perso, infatti, uno dei suoi figli più illustri: sia in cattedra a scuola, nel “suo” amato Liceo Gargallo dove ha insegnato italiano, latino e greco per 40 anni, sia sugli scranni di Palazzo Vermexio – da sindaco di Siracusa – dove ha sempre rappresentato un modello ed un sicuro punto di riferimento per tanti. I suoi fruttuosi insegnamenti di vita rappresentano il patrimonio immateriale che ha lasciato in eredità ai tanti che lo hanno incrociato nel loro cammino e che oggi ricoprono ruoli di primissimo piano nei diversi campi della nostra società.