Che Noto sia la capitale del Barocco del Val di Noto è un dato di fatto. Affascina nella città netina il modello costruttivo urbano e la particolarità stilistica assunta. Appunto il Barocco netino. Ossia uno stile con precise caratteristiche come la rotondità delle forme, il colore quasi roseo della pietra e l’essenzialità stilista. Su Noto sono stati scritti due meravigliosi libri: Paul Hofer “Noto – Città ideale e spazio urbanistico nel 16° secolo siciliano” e Stephen Tobriner “La Genesi di Noto”. Sono libri che ti fanno scoprire Noto in ogni suo dettaglio storico, culturale, architettonico ed urbanistico. Naturalmente hanno delle marcate differenze. L’Hofer (studioso svizzero) ha sviluppato il suo discorso su un’analisi della Noto così com’è. Ossia come entità urbanistica ed artistica con delle precise caratteristiche espressive. Il risultato è un librone di ben 420 pagine dove l’autore passa al settaccio le vicende del terremoto del 1693 per addentrarsi a poco a poco in una descrizione meticoloso della Noto come fu pensata dal gesuita Italia fino ai giorni nostri (quando dico giorni nostri si deve fare riferimento ai primi anni settanta). Si analizza il profilo altimetrico di Noto per individuare gli aspetti urbanistici più peculiari. Sono riportate moltissime carte di Noto per mettere in rilievo le peculiarità costruttive e stilistiche. Nel libro vengono descritti i balconi, le lastrature che coprivano le strade, i palazzi, le finestre, i portoni, gli angoli dei palazzi, le piazze, le vie e tanto altro ancora. Insomma, l’Hofer ti fa scoprire i segreti più reconditi che hanno portato alla creazione di un gioiello denominato Noto. E’ un grande libro di architettura che dovrebbe essere reso maggiormente disponibile in quanto l’edizione italiana è stata curata dal Comune di Noto. Di differente taglio l’altro libro scritto dal professore Tobriner e reso disponibile in Italia dalla casa editrice barese Edizioni Dedalo. Infatti il Tobriner ci accompagna con grande sagacia e voglia di comunicare alla comprensione della ricostruzione di Noto. Le dispute sul luogo da scegliere. C’e n’erano ben 7. Al referendum del 1698 se confermare il pensio del colle Meti come luogo per la ricostruzione. Ci si interroga sulla pianificazione del sito e il continuo richiamo per un ritorno al sito della Noto Antica posto sul monte Alveria. E’ un libro che non lascia nulla di intentato. Le strade e i confini di Noto. Il piano di S. Francesco. L’influsso dell’impianto urbanistico di Noto nell’Europa del tempo. Poi ci si muove in direzione di una descrizione dei prodotti dell’architettura che lì’ furono creati. Prodotti meravigliosi diventati simbolo e modello per altre città. Anche grazie al sapiente lavoro di tre maestri di pietra/architetti che corrispondono a Gagliardi, Sinatra e Labisi. E’ grazie a loro che Noto ha assunto quel particolare aspetto che l’ha resa famosa e nota in tutto il mondo. Furoo loro a creare quegli affascinanti monumenti che vengono studiati nelle facoltà di architettura di tutto il mondo. Tre geni che hanno creato un ideale di città senza eguali. Hofer e Tobringer ci hanno regalato dei momenti indimenticabili in quanto sono riusciti con grazia e perizia a ricostruire la leggendaria ricostruzione di Noto una della grandi piccole città vanto dell’Italia contemporanea. Distrutta da un terremoto catastrofico e risorta più bella di prima come regalo del genio umano al mondo intero. Due libri da consigliare. Senz’altro. Noto bisogna apprezzarla conoscendola, prima, a fondo.