CATANIA, “ARCHITETTURA, CERNIERA TRA PASSATO E FUTURO, NEL SEGNO DELLA QUALITÀ E SOSTENIBILITÀ”

CATANIA, “ARCHITETTURA, CERNIERA TRA PASSATO E FUTURO, NEL SEGNO DELLA QUALITÀ E SOSTENIBILITÀ”

CATANIA – “CarlottaxARCHITETTURA”, un evento per ricordare il valore di una donna che ha lasciato un segno indelebile sul territorio, ma soprattutto nei cuori di chi l’ha conosciuta. Questo lo scopo del Premio Nazionale che si è svolto online ieri pomeriggio, promosso dalla Fondazione degli Architetti di Catania, con il patrocinio del Comune etneo.

Nel ricordo dell’architetto Carlotta Reitano – scomparsa prematuramente lo scorso settembre e che il 17 marzo di quest’anno avrebbe compiuto 59 anni – ha preso vita il concorso per dare seguito alla sua mission, quella di «valorizzare l’architettura, con la consapevolezza del ruolo sociale e del grande impegno per la comunità e i colleghi. Un’idea subito sposata dal nostro sindaco Salvo Pogliese e dall’Amministrazione, con l’intenzione di trasferire questi valori ai giovani, ricordando che è necessario affidarsi agli architetti per la trasformazione urbanistica in atto e per “cucire” passato, presente e futuro nel segno della contemporaneità», ha commentato l’assessore all’Urbanistica del Comune di Catania Enrico Trantino. «Carlotta era davvero innamorata della sua città – ha proseguito l’assessore comunale ai Beni Culturali Barbara Mirabella – Per questo abbiamo voluto sostenere quest’importante iniziativa, nel suo ricordo che è stimolo per andare avanti e fare sempre meglio. Bisogna ricordare che le istituzioni sono vicine al mondo professionale, con la consapevolezza che occorre lavorare in sinergia per un miglioramento collettivo».

A fare gli onori di casa il presidente della Fondazione Architetti di Catania e membro della commissione giudicatrice Veronica Leone, che ha ringraziato i componenti della giuria Susanna Scarabicchi (presidente), Pier Giorgio Giannelli (presidente degli Architetti di Bologna), Luigi Longhitano (past president dell’Ordine di Catania) e Maurizio Spina (professore dell’Università di Catania). Ringrazio anche il Comune di Catania, l’AIL di Catania (Associazione Italiana contro le Leucemia), il quotidiano la Sicilia e il nostro partner I-Press». Poi, ha proseguito: «Il premio è stato voluto dalla famiglia Amaro-Reitano, nel ricordo di una donna – la prima presidente della Fondazione nel 2009 – sempre attiva e professionale. Molte attività che portiamo avanti ancora oggi con la Fondazione sono state frutto delle sue iniziative, con l’obiettivo finale di valorizzare l’architettura attraverso la contaminazione delle idee dei giovani».

Diversi i criteri seguiti nella valutazione, «qualità delle opere, sostenibilità, originalità e attenzione all’ambiente. In totale 55 progetti provenienti da tutta Italia, suddivisi in tre categorie: architettura, restauro e recupero e design. L’obiettivo è quello di parlare di architettura e comunicare ai non addetti ai lavori la sua importanza nelle trasformazioni degli spazi pubblici e privati», ha sottolineato Giannelli. «Una qualità che, certamente, non è mancata – ha commentato la Scarabicchi – frutto della strada che ha intrapreso negli ultimi anni l’architettura, sempre più attenta alle necessità urbanistiche e ambientali». Opinioni condivise anche dal massimo rappresentante dell’Ordine di Siracusa Francesco Giunta: «L’energia e l’importanza delle attività di Carlotta a favore della nostra professione sono indiscutibili. E il risultato sono i numerosi progetti pervenuti in circa un mese e mezzo».

Una donna sempre attiva nel sociale, non solo con le iniziative in campo professionale, ma anche con il suo volontariato all’AIL, il cui presidente Riccardo Bottino ha dato e portato testimonianza del suo operato. «Abbiamo avviato un concorso e una raccolta fondi per l’associazione – ha aggiunto il presidente degli Architetti di Catania Alessandro Amaro – “Carlottax” porterà avanti i valori di Carlotta e diventerà il titolo di tante iniziative sociali. Lavoreremo sin da subito alla seconda edizione del Premio, sperando che l’anno prossimo possa svolgersi in presenza».

Dopo il ricordo commosso di Longhitano e Spina, che hanno “incorniciato” con foto e video il «percorso di rivoluzione all’interno dell’Ordine, l’impegno per la città e la promozione delle nuove generazioni», spazio alla premiazione.

Il vincitore del concorso è Luigi Ferrario, con il suo “Casa 25” a Bastioni di Porta Volta (Milano) – completato nel 2019 – e l’innovativo modo di intervenire su un edificio storico tenendo contro della preesistenza della struttura. Della casa esistente, infatti, è stata mantenuta la muratura, sulla quale è stata innestata una verticalizzazione in pilastri cruciformi, in ferro al primo livello e in alluminio al secondo.

Il Premio “Città di Catania” è stato assegnato a Salvatore Terranova, che con “Vinicolo Hub” ha realizzato un container scomponibile di 40 piedi. Il progetto (2017), si innesta perfettamente nell’ambiente circostante: la struttura si mimetizza nello scenario dell’area portuale di Catania – tra lo scalo merci e spazio turistico – trasformandosi in un chiosco, un caffè o un cocktail bar.

La menzione d’onore per “Interni e design” è andata all’architetto Salvatore Curcio, che nel 2017 ha recuperato un antico complesso termale nel territorio di Cefalù (Palermo), convertendolo nel ristorante “Le Terme”. Un progetto realizzato senza intaccare i parametri murari esterni. L’arredo è stato installato dopo aver eseguito un restauro architettonico: sotto al “pavimento galleggiante” sono presenti i vari impianti, mentre altre strutture consentono il passaggio tra un’area e l’altra, tra i reperti che è possibile ammirare attraverso pavimenti e travi portanti in vetro. Una importante realizzazione, che ha permesso di salvaguardare un bene architettonico che è sotto il vincolo della Soprintendenza dei Beni Culturali di Palermo.

La menzione “Restauro”, invece, è andata a Solaria Sclafani: un lavoro di recupero minuzioso di un’antica masseria del ‘600 nel territorio di Viagrande (Catania), eseguito senza intaccare le strutture preesistenti e il verde che ne era parte integrante.

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