CARLENTINI – Uno striscione appeso nell’albero di ulivo, la bandiera tricolore portata con orgoglio e la visita breve a palazzo di città per ricordare i 160 anni dell’Unità d’Italia. Nonostante la pandemia in corso, gli studenti dell’istituto comprensivo Carlo V diretto dalla dirigente Anna Grazia Meli, nel rispetto delle misure anticontagio, non hanno rinunciato alla solenne celebrazione inteso come atto di educazione civica. La cerimonia di ieri mattina, si è suddivisa in due momenti: un momento a scuola, mentre il secondo momento nella sala di rappresentanza dei Comune. Il sindaco baby Giulio Miceli, gli assessori e una rappresentanza del consiglio comunale baby della scuola, accompagnati dalla vice preside Laura Capodicasa e dagli insegnanti Luca Vinci e Fabio Tiralongo si sono recati a Palazzo di città in piazza Diaz dove sono stati ricevuti dal vice sindaco Salvatore La Rosa. “La memoria – spiega la vice preside Laura Capodicasa – è un bene da preservare e custodire. Avevamo accantonato l’idea, ma nel suo messaggio il Presidente della Repubblica ha fatto esplicito riferimento alla ricorrenza dei 160 anni per far si che lo spirito nazionale che ci accomuna si rinnovi e ci aiuti a migliorare il futuro>>. Dopo aver intonato l’inno di Mameli, nel cortile della scuola i giovani studenti di ogni ordine e grado dell’istituto Carlo V, hanno apposto lo striscione con la scritta: “160 anni : L’Italia nel cuore “ nelle loro classi e nell’albero di ulivo piantato nel cortile. “Si richiama l’attenzione su questa importante celebrazione – prosegue la vice preside – istituita come festività civile con l’obiettivo di ricordare e promuovere i valori di cittadinanza, fondamento di una positiva convivenza civile e di riaffermare e consolidare l’identità nazionale attraverso il ricordo e la memoria civica”. “Il 17 marzo – ha detto ai ragazzi – è l’occasione per riflettere sull’insostituibile ruolo che la scuola continua a svolgere come collante culturale. Proprio le scuole hanno contribuito all’effettiva unificazione dell’Italia, attraverso la difficile opera di alfabetizzazione”. Al termine della cerimonia uno striscione è stato esposto a Palazzo di città.