SIRACUSA – Continua la stretta sui ristoranti che già da fine ottobre sono stati costretti ad aprire solo a pranzo, esclusivamente in zona gialla. Stretta andata avanti con il blocco totale durante le festività natalizie e perpetuata con l’abolizione delle zone gialle e l’ulteriore blocco per le festività pasquali.
Per Confartigianato Imprese Siracusa, probabilmente, l’errore alla base dell’accanimento contro il settore sta nell’avere associato il modello di business a quello di pub e bar, dove però, a differenza dei ristoranti, viene espletato un servizio al banco che può portare alla riduzione della distanza, creando assembramenti.
“Sebbene non ci sia nessuna evidenza scientifica che dimostri un qualche nesso di aggravamento della situazione epidemiologica con l’apertura serale in zona gialla e con l’apertura a pranzo in zona arancione (situazione in cui la maggior parte delle altre attività si è trovata) – afferma Gipi Marullo, rappresentante dei ristoratori di Confartigianato Siracusa – riteniamo di essere stati ingiustamente penalizzati solo ed esclusivamente perché il Governo non è stato in grado di garantire i controlli”.
Per Marullo, infatti, sarebbe stato meglio utilizzare le risorse dei ristori per intensificare il controllo del territorio coinvolgendo le Forze armate, in maniera da coadiuvare polizia, carabinieri, gdf e vigili urbani nel verificare la corretta applicazione delle prescrizioni anticovid, lasciando così la possibilità di lavorare a coloro che rispettano le regole.
“Riteniamo inoltre che non concederci l’apertura serale abbia paradossalmente causato l’aumento degli assembramenti – continua Marullo – perché, in occasione delle poche settimane di apertura, i cittadini che avrebbero voluto concludere con una cena la passeggiata del pomeriggio, erano costrette invece ad uscire solo a pranzo. Questo ha creato assembramenti durante il fine settimana nei luoghi più gettonati poiché tutti sono stati costretti ad uscire nella prima parte della giornata”.
Con la soppressione delle zone gialle, occorrerà aspettare di entrare in zona bianca per la riapertura al pubblico, fatto che renderà ancora più difficile il ritorno alla normalità. L’asporto non può essere considerato un mezzo di sostentamento per le attività di ristorazione, soprattutto per i grandi ristoranti e le attività legate al turismo.
“Bisogna poi considerare che i ristori non sono per niente sufficienti a coprire le perdite e non possiamo continuare a restare chiusi – aggiunge Marullo – perché dietro ad ogni ristorante c’è un mondo fatto di dipendenti, fornitori di ogni bene (carne, pesce, ortofrutta, liquori, bibite) come le lavanderie o i panificatori; l’elenco è lunghissimo. Ma non è finita: la proposta del Cts di aumentare il distanziamento tra i tavoli da 1 a 2 metri – conclude il rappresentante dei ristoratori di Confartigianato – comporterà la morte definitiva del comparto”.
A chiamare Gipi Marullo a rappresentare i ristoratori di Siracusa e provincia in Confartigianato è stato Paolo Grande, storico ex dirigente dell’associazione datoriale, tornato recentemente alla base per assumere l’incarico di responsabile del settore agroalimentare.
“Negli ultimi anni si è sempre di più assottigliata la distanza tra l’imprenditore ed il cuoco – spiega Grande – tanto che sempre più spesso gli chef sono anche proprietari dei ristoranti in cui propongono i loro menù. E cosa è uno chef se non un artigiano del gusto? Ecco perché abbiamo l’esigenza di rappresentare al meglio la categoria”.