di Emanuele Gentile
CARLENTINI -Se ci facciamo caso noi abitanti del Nord della provincia di Siracusa abbiamo un rapporto molto problematico con il mare. Anzi inesistente. Questo lo si nota dal caos urbanistico che abbiamo creato dal San Leonardo fino ad Augusta. Un caos urbanistico di fatto impedente che il mare sia un importante fattore di sviluppo sociale ed economico del territorio circostante. E’ come se rigettassimo ogni tipo di relazione con il mare. Gli agglomerati urbani abusivi che insistono nelle zone a mare denotano, dal punto di vista antropologico, un rifiuto di ogni contatto con il medesimo. Quelle costruzioni fungono da barriera fra noi e il mare. Con il risultato che non profittiamo delle bellezze del mare in quanto replichiamo lì i nostri modi di vita allorquando abitiamo durante l’inverno i paesi dell’interno (Carlentini, Lentini, Francofonte…). In realtà possiamo notare che l’unico agglomerato urbano sincronico rispetto al mare è quello di Brucoli, mentre persino una città “di mare” come Augusta non ha alcun rapporto con esso. Nel senso che non esistono aree che permettono un rapporto diretto e costante con l’elemento liquido che la circonda. Differente è il caso della provincia di Ragusa ove c’è un vero e continuativo rapportarsi con il mare. Per prima cosa, sembra che il territorio del ragusano accompagni lo stesso territorio all’abbraccio con il mare. Gli altipiani degli Iblei declinano dolcemente verso il mare ed avviene un singolare incontro fra la terra e il mare. Abbiamo, poi, una serie di borghi marinari che con il tempo sono cresciuti per popolazione e struttura urbanistica. A differenza da noi dove fino a 50 anni fa non esisteva nulla. Lì il mare ha influenzato la nascita di agglomerati urbani, da noi questo non è successo ed abbiamo creato spazi artificiali. Questi borghi marinareschi raccontano di una provincia, quella ragusana, davvero capace di istaurare un rapporto fecondo con il mare. In seguito, non avete notato che da noi non esistono tratti urbanistici che possiamo definire lungomare? Elemento urbanistico ben più presente e reale nella provincia ragusana. Dove il mare diventa fattore di autentico sviluppo del territorio: portualità, nautica, pesca e commercio. Anzi la storia di quelle zone è una narrazione prettamente di mare nel senso che quest’ultimo ha disegnato l’identità delle popolazioni residenti. Riflettiamo sul nostro rapporto con il mare perché potremmo trovare – modificandolo – uno slancio novello per dare linfa a un territorio fin troppo statico e smarrito.