SIRACUSA – – L’emendamento chiarisce alcune incongruenze in tema di inconferibilità ed incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati di diritto pubblico. “Per evitare situazioni di dubbia interpretazione della legge, avvenuti in passato, è adesso esplicito che il divieto di conferire incarichi a chi è stato condannato per reati contro la pubblica amministrazione è da intendersi anche per i livelli apicali (Segretario Generale, capo Dipartimento, Direttore Generale o posizioni assimilate) e non solo per il livello intermedio. Sembra strano eppure è successo in diverse occasioni che, giocando sulla interpretazione del testo, ciò fosse permesso. La stessa Autorità Nazionale AntiCorruzione aveva caldamente suggerito la modifica. Ho raccolto quello che era il chiaro suggerimento dell’Anac e ringrazio la deputata regionale del MoVimento 5 Stelle, Gianina Ciancio, che ha prontamente segnalato l’anomalia normativa”.
Proprio la deputata Ars, Ciancio, ricorda come senza questa modifica “chiunque sia stato condannato per reati contro la Pubblica amministrazione non può avere incarichi dirigenziali nelle società partecipate, ma può incredibilmente ricoprire incarichi di vertice. Si trattava di un paradosso del Dlgs 39/2013 (che prevede i casi di inconferibilità di incarichi di vertice presso gli enti privati a controllo pubblico) sul quale sono lieta si sia riusciti ad intervenire grazie all’emendamento di Paolo Ficara. Il parlamento siciliano, grazie alla spinta del M5S, aveva già fatto il primo passo”. L’Ars ha infatti approvato un testo che ha proprio l’obiettivo di mettere ordine nella normativa nazionale.
Terminato l’iter in Commissione, il testo con l’emendamento di Paolo Ficara andrà in discussione alla Camera e poi al Senato per la seconda lettura e l’auspicata approvazione definitiva.
