Act Tank Sicilia: si costruisca insieme il futuro, per una Regione più aperta, attrattiva e connessa

Act Tank Sicilia: si costruisca insieme il futuro, per una Regione più aperta, attrattiva e connessa

PALERMO – Infrastrutture competitive e alta formazione, per superare il gap strutturale della Sicilia, con lo sguardo rivolto al Mediterraneo. È in corso a Palazzo Belmonte Riso, a Palermo, il Forum internazionale di presentazione dei lavori della prima edizione dell’Act Tank Sicilia, la piattaforma permanente che The European House – Ambrosetti ha avviato in collaborazione con la Regione Siciliana e con la partnership di importanti realtà presenti nell’Isola come Eni, UniCredit, Fondazione Sicilia, Gruppo Arena ed Eolo.

Al centro dell’evento, al quale hanno partecipato rappresentanti del mondo politico, istituzionale, della business community, dell’associazionismo, della ricerca e della innovazione dalla Sicilia, dal Mezzogiorno e dal resto d’Italia, la presentazione del Rapporto finale “Act Tank Sicilia. Strategie e politiche per una Sicilia – al centro del Mediterraneo – aperta, attrattiva e connessa”, i cui contenuti sono stati elaborati alla luce delle indicazioni raccolte da un ciclo di quattro tavoli di lavoro tematici – tenutisi a Palermo, Gela, Messina e Catania tra settembre 2021 e marzo 2022 – che hanno coinvolto complessivamente oltre 200 stakeholder del territorio. Obiettivo: concretizzare un piano di sviluppo per l’eccellenza della Sicilia e individuare progettualità ad alto impatto per lo sviluppo del territorio.

Il Forum ha rappresentato l’occasione per chiamare a raccolta gli esponenti del sistema pubblico e privato dell’Isola sulle questioni più importanti da affrontare per costruire insieme un futuro comune per la Sicilia. Al centro anche l’agenda di programmazione 2021-2027 che potrà beneficiare delle proposte emergenti nella giornata di oggi e dal roadshow territoriale dell’Act Tank. La Pubblica Amministrazione, infatti, ha sempre più bisogno di un supporto di idee e contributi da parte delle imprese e delle parti sociali.

La Sicilia è il secondo “motore” economico del Mezzogiorno, dietro alla Campania, con un contributo al Pil della macro-area pari al 22,5%. Malgrado le difficoltà economiche e strutturali, ci sono diversi punti di forza su cui puntare: la Sicilia si conferma una delle regioni più “giovani” del Paese (età media di 44,7 anni rispetto ai 45,9 anni medi nazionali; il 13,7% della popolazione ha meno di 14 anni) e si assiste ad un forte dinamismo dell’imprenditorialità under 30 (6,5% dei titolari di imprese rispetto al 5,6% medio nazionale) e una crescita del sistema delle startup (+138% tra 2015 e 2021, con caratteristiche di crescente inclusione e apertura all’innovazione).

Il futuro della Sicilia è da costruire a partire dai punti di forza del territorio, dal turismo alle energie rinnovabili, all’agrifood, puntando a potenziare infrastrutture e servizi. La regione ha un ricchissimo patrimonio storico-culturale e paesaggistico-naturalistico: 7 dei 58 siti tutelati dall’Unesco in Italia si trovano in Sicilia (12,1% del totale), quarta regione italiana (dietro a Lombardia, Veneto e Toscana) e prima nel Mezzogiorno. Dal punto di vista delle energie rinnovabili, la Sicilia è al secondo posto in Italia per potenza eolica installata, raggiungendo il 16,6% della produzione nazionale, seconda regione dopo la Puglia (25,9%). La Sicilia è quinta in Italia per valore aggiunto generato dall’agroalimentare con numerose produzioni di eccellenza nel settore agroalimentare. Solo a titolo di esempio è la seconda regione per prodotti Dop/Igp nel comparto del cibo.

Tuttavia, questa posizione di rilievo è potenzialmente messa a repentaglio da un trend di sviluppo che è stato più lento rispetto alle altre Regioni meridionali: la Sicilia è ultima nel Mezzogiorno per tasso di crescita (+3,7% a prezzi correnti, -0,3% a prezzi costanti) nel quinquennio 2015-2019, un valore pari alla metà di quello registrato dalla Puglia. Nel 2020 la Sicilia è stata tra le regioni che hanno registrato la minore contrazione della ricchezza generata a livello territoriale (-6,2 punti percentuali di Valore Aggiunto tra il 2019 e il 2020, terzultima in Italia), ma resta al penultimo posto per Pil pro capite, con un valore (17mila euro) inferiore alla metà del primo in classifica. Nel mercato del lavoro, nel decennio 2010-2019 vi è stata una riduzione degli occupati pari a -1,6 punti percentuali, unica regione in Italia con un valore negativo, insieme alla Calabria.

«Dobbiamo essere franchi – dichiara il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – il Covid ha sì generato un serio rallentamento in Sicilia, ma non ha assestato il colpo alla nuca, come invece sarebbe potuto accadere. Il tema dell’arretratezza nell’Isola non è congiunturale ma strutturale. Negli ultimi sessant’anni è mancata una seria politica per il Mezzogiorno dove si è voluto inseguire un processo di industrializzazione senza tenere minimamente conto delle peculiarità del Sud. Manca a Roma e a Bruxelles una politica per il Mediterraneo, che oggi è un mare che integra. È qui il futuro della Sicilia. Se vogliamo azzardare che il bacino euroafroasiatico, fra dieci anni, sarà un’altra cosa, dobbiamo arrivare all’appuntamento preparati. La condizione di insularità, con le problematiche che ne derivano, costa alla Sicilia sei miliardi e mezzo all’anno. La chiave di lettura di ogni processo di crescita deve dunque partire dalla dotazione di infrastrutture strategiche perché davvero la nostra terra possa essere la naturale piattaforma nel Mediterraneo. Invece scontiamo la mancata istituzione dell’area di libero scambio. E la Sicilia resta strategica solo nella difesa, per le basi militari. Per quanto ci riguarda, invece, tutti i nostri sforzi sono, ad esempio, concentrati sulla creazione di un sistema aeroportuale che consenta all’Isola di diventare il naturale punto di approdo del Sud Europa».

L’Act Tank Sicilia ha progettato ed elaborato un cruscotto di monitoraggio strategico, formato da 50 indicatori (Key performance indicator – Kpi) suddivisi 4 macro-aree, 8 esigenze strategiche e 2 fattori trasversali: questo strumento consente di misurare il posizionamento della Sicilia sulle priorità strategiche e di individuare gli ambiti di intervento alla luce della performance dell’Isola a confronto con le altre regioni italiane. Sulle 4 macro-aree strategiche prese in esame, la Sicilia deve migliorare le proprie prestazioni soprattutto con riferimento a “Formazione, innovazione e ricerca” (punteggio complessivo di 0,11 su una scala crescente da 0 a 1) e “Ambiente, energia ed economia circolare” (0,32), su cui è in ultima posizione tra le 20 regioni italiane. Allo stesso tempo, la Sicilia è penultima nel macro-ambito “Economia e società” (punteggio di 0,27), mentre si colloca in 14esima posizione con riferimento alla macro-area “Turismo e cultura” (punteggio di 0,30).

«Il Tableau de Bord – commenta Valerio De Molli, managing partner e ceo di The European House – Ambrosetti – evidenzia le aree di lavoro su cui intervenire per poter anticipare e gestire il cambiamento su più fronti, a partire, ad esempio, dalla transizione sostenibile. Le proposte d’intervento dell’Act Tank Sicilia spingono verso una diversificazione del mix energetico per raggiungere una progressiva autonomia nella generazione energetica, aspetto più che mai centrale nell’attuale contesto geopolitico, e consentono di rendere più solidi alcuni settori trainanti dell’economia regionale. La Sicilia ha tanti asset che possono essere utilizzati per migliorare la performance complessiva del territorio. Ad esempio, l’Isola è prima nel Mezzogiorno con 7 dei 58 siti tutelati dall’Unesco in Italia, il sistema portuale siciliano vede 4 dei primi 20 porti del Paese per numero di tonnellate di merci movimentate e l’aeroporto internazionale di Catania è primo in Sicilia e secondo nel Mezzogiorno per traffico passeggeri».

L’Act Tank Sicilia propone di intervenire su quattro ambiti prioritari d’azione:

1. Ambiente, energia ed economia circolare: adeguare il sistema regionale fognario e di depurazione per fermare le procedure di infrazione comunitarie, attivare sistemi di incentivazione pubblica per industrializzare il Servizio Idrico Integrato (superando la diffusione delle gestioni in economia da parte degli enti locali) e rafforzare la governance per la realizzazione di investimenti in infrastrutture idriche; potenziare i servizi di raccolta differenziata, accelerare il processo di costruzione dei due termoutilizzatori in Sicilia e completare la bonifica dei siti industriali contaminati, anche attraverso processi di riconversione nella direzione della bioeconomia; sviluppare un modello di “Hydrogen Valley” in Sicilia, creare un centro di ricerca precompetitiva sullo sviluppo di tecnologie per idrogeno verde e blu e rafforzare la leadership della Sicilia nella produzione di fonti rinnovabili con nuovi investimenti in impianti eolici e fotovoltaici; rendere l’Isola un “laboratorio” in cui installare e testare sistemi per la produzione di energia elettrica dalle correnti marine e dalle maree e contribuire al potenziamento della rete ondametrica nazionale per monitorare e ridurre il rischio di mareggiate nel Mediterraneo.

2. Agrifood e Grande distribuzione organizzata: dotare la Sicilia di operatori della Gdo forti, in crescita e in espansione fuori dalla Regione che agiscano da volano per la competitività del settore agroalimentare siciliano, permettendo di valorizzare le filiere locali e affermare i prodotti del “Made in Sicily” sui mercati nazionali e internazionali, attraverso la creazione di “patti di filiera” integrati tra Gdo e produttori locali in logica “a Km zero” nelle filiere di eccellenza dell’Agrifood siciliano (a partire da ortofrutta, filiera viti-vinicola, produzione avicola e prodotti della panificazione).

3. Turismo e cultura: potenziare e rafforzare la visibilità del “brand Sicilia” a livello internazionale e favorire l’attrazione e lo sviluppo di grandi gruppi imprenditoriali (nazionali e internazionali) nel settore ricettivo per sostenere una crescita quantitativa e qualitativa dell’offerta turistica (la densità ricettiva è meno della metà rispetto all’Italia, con spazi di intervento nel segmento di hotel di fascia alta); incentivare nuove forme di fruizione digitale del patrimonio culturale; rinnovare e ammodernare l’offerta turistica, garantendo fruibilità e accessibilità del patrimonio artistico-culturale tramite interventi di restauro e tutela dei siti e rafforzando le opere infrastrutturali per facilitare i collegamenti tra le varie aree della Regione (con particolare attenzione verso i borghi storici e le aree interne); rafforzare il ruolo della certificazione di sostenibilità turistica nelle politiche del turismo regionale.

4. Dotazione infrastrutturale per la connettività materiale e immateriale per supportare e valorizzare il posizionamento centrale della Sicilia nel bacino del Mediterraneo. Secondo l’Act Tank Sicilia occorre: completare entro il 2024-2026 le infrastrutture di trasporto strategiche per la connettività interna della Sicilia su ferro e gomma (tra queste, la linea ferroviaria Av-Ac Messina-Catania-Palermo e le opere di manutenzioni straordinarie nelle principali autostrade siciliane), facendo leva sugli interventi previsti dal Pnrr e dalla nuova programmazione europea; per efficientare i flussi logistici delle merci dirette verso il resto d’Italia e all’estero via mare, specializzare funzionalmente il porto di Catania come porto turistico e attribuire le funzioni commerciali al porto di Augusta come piattaforma logistica integrata del Mediterraneo; introdurre in tutti i porti siciliani sistemi telematici per velocizzare l’afflusso dei tir e ridurre i tempi di attesa per i tempi di carico/scarico delle merci; lanciare un piano di infrastrutturazione della rete a banda larga e ultra-larga a partire dalle aree interne e rurali della Sicilia maggiormente esposte al rischio di spopolamento ed esclusione sociale; realizzare una campagna di comunicazione/sensibilizzazione per cittadini e imprese sulle competenze digitali.

Il futuro della Sicilia, costruito attorno a questi assi, potrà proiettarsi sempre più verso il Mediterraneo, contribuendo a superare i conflitti di sviluppo che da sempre animano le macro-aree del Paese e l’Europa.

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