Falcone-Borsellino, Non dimenticare

Falcone-Borsellino, Non dimenticare

Quel tragico 23 maggio stavo per partire per Roma e vidi alla televisione le varie edizioni starodinarie dei Tg. Era una notizia che mi atterrì, e molto. Tuttavia, visto che seguivo da anni il fenomeno mafioso non fui tanto sorpreso. La mafia stava alzando in maniera sempre più violenta il tiro e avrebbe messo in opera azioni altamente dimostrative. Come l’assassinio di Giovanni Falcone. Durante il viaggio verso Roma controllava chi si muoveva nella mia corrozza. Avevo il timore di fenomeni stragisti ancora più diffusi e sanguinari. All’arrivo a Roma l’atmosfera era strana. Un misto di sorpresa, sgomento e terrore. Incontrai lì Leoluca Orlando e Marco Pannella. Invece, il 19 luglio ero di ritorno da Brucoli assieme a mia madre. Appena arrivammo mio padre mi annuncòo che a Palermo era stato ucciso Paolo Borsellino e che un intero isolato era stato devastato. La mafia aveva compiuto il suo disegno strategico. Ossia uccidere i due uomini che rappresentevano la reale possibilità di cambiare il corso della storia nella lotta al fenomeno mafioso. Ma vi rendete conto del sacrificio a cui sono andati incontro Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per difendere la nostra libertà e la nostra democrazia? Un sacrificio estremo, violento, non redimibile e assoluto. Ecco perché non bisogna dimenticare quanto successo in quei drammatici 57 giorni che intercorrono fra la strage di Capaci e quella di Via D’Amelio. Non si deve transigere. E’ in gioco la stessa coesione nazionale in quanto sono questi gli eventi che cementano il nostro paese e gli danno la spinta per andare avanti. Dimenticare sarebbe un errore di una gravità senza precedenti. Non avremmo capito allora nulla. Non avremmo capito, cioé, quanto sia mortale il pericolo mafioso. Un pericolo capace di distruggere il nostro paese e la nostra democrazia. E per non dimenticare dobbiamo impegnarci tutti i giorni a che il loro sacrificio sia servito a qualcosa. Noi cittadini essendo buoni cittadini capaci di un alto senso civico e di rispetto delle leggi. I burocrati devono improntare la loro azione a principi di legalità. Mentre, la politica ha l’obbligo di essere un’entità morale al di sopra di ogni sospetto. Il sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sarà stato non vano se la nostra democrazia sarà matura e completa. Ossia dobbiamo porre mano a quelle riforme per avere una giustizia giusta; avere un meridione finalmente protagonista del proprio avvenire; dare un lavoro certo ai giovani; combattere le morti sul lavoro e i femminicidi; costruire una società più giusta ed equa. Solo così il loro estremo sacrifico avrà avuto un senso. Comprendiamo qual’è la posta in gioco o no? Dobbiamo credere in noi stessi ed edificare una democrazia senza confini. Questo è il lascito più importante di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

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