CARLENTINI – Uno spettacolo teatrale con il testo del magistrato Alessandra Camassa e la regia di Lidia Giorgio e una conversazione con i giudici Andrea Palmeri, sostituto procuratore del Tribunale presso la Procura di Siracusa e Emanuela Favara, magistrato presso la sezione Civile del Tribunale di Ragusa per commemorare il trentesimo anniversario delle stragi di Capaci e via d’Amelio in cui vennero uccisi Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agenti delle scorte si è svolto domenica scorsa nel chiostro del complesso del Carmine. L’iniziativa promossa dall’Università della Terza Età di Carlentini con la collaborazione del Circolo di Conversazione, la Pro Loco Ets, l’associazione “Gli amici di Giovanni Falcone” , l’associazione forense lentinese e il patrocinio del Comune di Carlentini ha avuto come lino conduttore “Noi e …Loro, Aldilà del tempo e delle cose facciamo memoria per non dimenticare”. La serata è stata aperta con i saluti del presidente dell’Università della Terza Età Antonino Barresi, del sindaco di Carlentini Giuseppe Stefio e del presidente dell’associazione forense lentinese Aldio Failla, che è anche coordinatore de “Gli amici di Giovanni Falcone. Poi la conversazione, moderata dal giornalista Salvatore Di Salvo, con i giudici Andrea Palmieri e Emanuela Favara. I due giudici hanno ricordato l’impegno dei due magistrati uccisi e l’eredità lasciata. Hanno parlato della lotta alla mafia, alla corruzione e l’impegno in prima linea nel testimoniare e nel portare avanti le idee di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ma anche dell’impegno dei giovani magistrati e il loro esempio nella vita professionale e personale. Alla serata hanno partecipato tantissimi cittadini e i rappresentanti delle forze dell’ordine tra i quali il comandante della stazione dei carabinieri di Lentini Silvio Puglisi e il comandante della Tenenza della Guardia di Finanza di Lentini Gaetano La Ferlita, il presidente del Circolo di Conversazione Feli Inserra e il presidente della Pro Loco Ets di Carlentini Amedeo Seguenzia. La serata è proseguita con l’emozionante spettacolo teatrale “ Noi… e Loro” con il testo di Alessandra Camassa e la regia di Lida Giorgio con Stefano La Ferla, Nino Barresi, Giuseppe Bonfiglio, Lucia Breci e la stessa Lidia Giorgio. Un osservatorio “privilegiato” dunque quello dell’autrice di “Giovanni e Paolo”, una sorta di scrigno che negli anni si carica di emozioni, di memoria conservata a lungo con discrezione e poi di getto donata al mondo attraverso il linguaggio del teatro, con la decisione di far incontrare di nuovo i due vecchi amici, di farli parlare. In un modo particolare, però, nella “Casa degli uomini onesti”, un luogo metafisico, Paolo e Giovanni vanno l’uno incontro all’altro con quella passione, quella franchezza e quella verità che si possono avere solo stando lontano dall’occhio del grande fratello. Dopo trent’anni di rigoroso silenzio reciproco i due ne hanno di cose da dirsi, nell’incontro come nello “scontro” fra due caratteri diversi. Ma soprattutto hanno molte cose da dire a noi. Lo spettacolo teatrale apre delicatamente allo spettatore la porta che disvela il dialogo fra Paolo e Giovanni, ma solo alla fine di una emozionante carrellata sugli anni della loro gioventù, quelli della loro scelta della parte “dalla quale stare”. “È difficile pensare di avere sacrificato tanto, forse tutto e poi quello Stato che per noi era e rimane un valore si dissolve in qualche cosa che assomiglia… non mi piace ripetere quello che sto pensando“. Paolo Borsellino dipinto da Alessandra Camassa, oggi magistrato e un tempo allieva dello stesso giudice alla Procura di Marsala, è un uomo con qualche sassolino di troppo nelle scarpe. Nell’immaginazione dell’autrice e nel contributo di Lidia Giorgio Giovanni e Paolo si incontrano di nuovo, per la prima volta dopo vent’anni, nella Casa degli Uomini Onesti, un luogo che non corrisponde necessariamente al Paradiso anche se può ricordarlo. Alessandra Camassa, magistrato trapanese attualmente in servizio a Marsala, ha studiato e lavorato a lungo con Paolo Borsellino quando il giudice era impegnato proprio a Marsala come Procuratore della Repubblica, fra il 1987 ed il 1992. Risale a quegli stessi anni anche la profonda amicizia della dottoressa Camassa con la famiglia di Giovanni Falcone.. Una serata carica di emozioni, ricordi e tantissimi valori nell ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Francesca Morvillo, gli agenti delle scorte e tutti i caduti per mano della mafia. L’Università della Terza Età ha portato in scena per la prima volta a Carlentini il testo della dott.ssa Alessandra Camassa a trent’anni delle stragi del 1992, ma vivevamo in un’altra Italia, almeno a chiacchiere più disposta a ricordare i suoi martiri trucidati per la causa della giustizia. È passato qualche anno, una pandemia ci ha resi indifferenti e la guerra tornata nel cuore dell’Europa più distratti. Siamo al Trentennale. Chi vorrà ricordarsi di loro?