SIRACUSA – Quella brutta abitudine di non comprendere che la libertà di stampa garantisce la democrazia non guardando in faccia nessuno. Capita così, in questi giorni di campagna elettorale, che un articolo attiri le attenzioni di un candidato, ex Sindaco, Luca Cannata, che, invece di affidarsi ad una replica o ad una smentita, accusi una collega, Laura Valvo, del quotidiano La Sicilia, di poca “serenità” e di scrivere “falsità””. E’ quanto ha detto il segretario provinciale dell’Assostampa Prospero Dente che con una nota esprime solidarietà alla giornalista Laura Valvo. “La solidarietà a Laura è scontata e l’ho già espressa direttamente a lei, dire di essere abituati, come categoria, a questo andazzo decisamente no. Si spera sempre che quanti ricoprono cariche amministrative e concorrano ad elezioni facciano tesoro del ruolo che la stampa ha sempre avuto nel nostro Paese. Sarebbe un buon punto di partenza per dimostrare l’importanza delle regole e della convivenza civile. I messaggi inviati dall’ex sindaco di Avola alla collega Laura Valvo sono inaccettabili. Un livore fuori le righe che, come purtroppo accaduto in altri centri della provincia, ha poi scatenato una serie di accuse nei confronti dei giornalisti. Si pensi ai progetti politici per migliorare la qualità della vita dei cittadini, ci si affidi meno ai social – nel caso specifico Avola offre anche altri oratori che elargiscono giudizi sugli articoli a seconda del proprio gradimento -, si accetti il contradditorio e, se si hanno argomenti validi, ci si affidi ai comunicati da inviare alle redazioni. Il giornalismo, come nel caso della collega Laura Valvo, quando riceve lamentele da entrambe le parti in competizione, ha già vinto. Significa che ha assolto al proprio ruolo fino in fondo. E anche quando gli organismi della categoria si esprimono – come in questo caso – lo fanno per tutelare la libertà dei cittadini ad essere informati. Sciocco chi, in contrasto con il candidato in questione, pensa di usare la presa di posizione di Ordine o Assostampa per fini politici. No grazie, siamo ben altro”.