CATANIA – Intervista ad Enzo Bianco, primo sindaco di Catania eletto dal popolo
On. Bianco Lei è stato sindaco di Catania dal luglio 1988 al dicembre 1989 eletto dal Consiglio Comunale e poi dal 1993 al 2000, sindaco eletto per la prima volta dal popolo catanese
Quali sono stati i cambiamenti delle due fasi di amministrazione comunale ?
E’ una delle riforme più importanti introdotte nell’ordinamento legislativo della Repubblica, che ha funzionato meglio.
Io sono stato Sindaco ancora prima della riforma e posso personalmente testimoniare il cambiamento.
Pensate, prima della riforma la durata media di una Giunta in Italia era di 11 mesi. A Catania addirittura di 6 mesi. Nella consiliatura in cui sono stato Sindaco tra il 1988 e il 1992 ci sono stati cinque o sei sindaci e giunte. Con quell’orizzonte temporale nessun serio progetto poteva essere realizzato. Il secondo cambiamento decisivo è che il Sindaco eletto direttamente non ha più come esclusivo interlocutore il Consiglio comunale o il singolo consigliere.
Il Sindaco eletto direttamente ha come naturale interlocutore la cittadinanza. E’ la cittadinanza che il Sindaco deve ascoltare; è il consenso dei cittadini per prima cosa che il Sindaco deve cercare e non soddisfare le richieste legittime o pretese dei singoli consiglieri.
Un cambiamento epocale.
Un esempio con il vecchio sistema: a Roma, Piazza Montecitorio, a Napoli, Piazza del Plebiscito, a Catania, Piazza Duomo e Piazza Università erano enormi garages all’aperto. In tutte le città con i Sindaci eletti il cambio è stato evidente. Oggi queste bellissime piazze sono isole pedonali.
A distanza di 30 anni da quella esaltante esperienza quali sono le sue considerazioni per l’efficienza dell’amministrazione comunale e per il bene della Città di Catania?
L’elezione diretta non ha risolto ovviamente tutti i problemi della Città. Il personale del Comune è insufficiente (pensate solo ai vigili urbani); le risorse finanziare sono inadeguate (il Comune è in dissesto).
La burocrazia della Regione spesso non aiuta, ma tanti progetti importanti sono partiti: pensate alla metropolitana, alle scuole di Librino, al turismo, all’estate catanese con Franco Battiato. Molto dipende dall’efficienza della giunta e dal prestigio del Sindaco.
Le modifiche apportate alla legge n. 7 del 1992 sono state efficaci o evidenziano ancora necessità di correttivi?
Correttivi utili per migliorare la situazione sono possibili. Ad alcuni di questi sto lavorando per riformarle a Roma, il testo Unico per gli Enti locali (TUEL), che feci approvare mentre ero Ministro dell’Interno. Un cambiamento: maggiori poteri al Sindaco e alla Giunta sulle scelte amministrative; al Consiglio maggiori poteri di indirizzo e di controllo.
Poi una riforma della finanza locale che dia più risorse ai Comuni del sud che soffrono per una riforma della finanza locale che li mette in difficoltà.
Nel complesso sono ancora efficaci, ma qualche correttivo sarebbe utile.
Ci stiamo lavorando come ANCI (l’Associazione che riunisce tutti i Comuni italiani) insieme alla Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese.
Peccato per questa crisi di Governo e lo scioglimento delle Camere riprenderemo ad ottobre con il nuovo Parlamento.
Come componente dell’ANCI quali programmi per ricordare il trentennale della legge dell’elezione diretta del Sindaco?
L’ANCI è la casa di tutti i Comuni. Sono stato Presidente dell’ANCI per 5 anni. Oggi presiedo il Consiglio nazionale. Il Presidente è il Sindaco di Bari, Antonio Decaro. A novembre a Bergamo terremo l’Assemblea Nazionale con i rappresentanti di tutti i Comuni.
Proprio a Bergamo ricorderemo il trentesimo anniversario di questa importante legge.
Grazie per il suggerimento e complimenti sinceri per questa importante iniziativa.