CATANIA – Negli ultimi mesi stanno vertiginosamente aumentando i casi di “sextortion” in danno di adolescenti attraverso i social network. Sono giĆ oltre un centinaio le segnalazioni ricevute dalla Polizia Postale. Sono minori per lo piĆ¹ tra i 15 e i 17 anni e anche piĆ¹ piccoli. E’ un fenomeno, di solito rivolto al mondo adulto, con un enorme potenziale di pericolositĆ perchĆ© oggi colpisce vittime minorenni, tanto fragili quanto inesperte. Sempre piĆ¹ spesso la curiositĆ sessuale dei ragazzi li trasporta in un incubo fatto di ricatti, richieste insistenti di denaro e minacce di distruggerne la reputazione diffondendo sui social immagini sessuali ottenute tramite live chat. Tutto inizia con qualche chattata con profili social di ragazze e ragazzi gentili e avvenenti, apprezzamenti e like per le foto pubblicate. Si passa poi alle video chat e le richieste si fanno man mano piĆ¹ spinte.
Nei giorni seguenti, il martellamento online include la richiesta di somme di denaro anche esigue, con la minaccia che, in caso di mancato pagamento, il materiale sessuale verrĆ diffuso tra tutti i contatti, gli amici e i parenti. Le vittime, intrappolate tra la vergogna e la paura che le immagini intime possano essere viste dai loro contatti, tendono a tenersi tutto per sĆ©, a non confidarsi con nessuno, in particolare con i genitori. Per questo motivo il fenomeno ĆØ sottostimato, perchĆ© la denuncia impone ai ragazzi un disvelamento ai genitori, che a volte appare piĆ¹ doloroso delle minacce dell’estorsione.
“Occorre essere sempre piĆ¹ vigili sulla navigazione on line dei propri figli – afferma il dirigente del compartimento polizia postale Sicilia Orientale, il primo dirigente Marcello La Bella – soprattutto quelli piĆ¹ piccoli. Sul nostro territorio, che comprende Catania, Messina, Ragusa e Siracusa, abbiamo diversi casi di vittime minorenni di sextortion e di revenge porn, anche nella fascia 10-13 anni. Quest’anno continueremo la nostra attivitĆ educativa nelle scuole sottolineando ancora una volta i pericoli di questi fenomeni” (ANSA).