CASERTA – Si è conclusa con l’assegnazione del Premio di Giornalismo Civile e Investigativo a Toni Mira (inviato di “Avvenire”) e a Silvestro Montanaro (alla memoria), la Summer School Ucsi tenutasi quest’anno alla Reggia di Carditello, il Real sito borbonico di San Tammaro, nel Casertano. Tante testimonianze di protagonisti diretti della lotta alle mafie, da magistrati come il Procuratore nazionale Antimafia Melillo al giudice del processo Spartacus Raffaello Magi ai tanti ex pm della Dda partenopea come Antonello Ardituro, Marco Del Gaudio e Sandro D’Alessio, a giornalisti da sempre impegnati nel raccontare l’aggressività della mafie ma anche il punto di vista delle vittime, come Salvo Palazzolo, Rosaria Capacchione e Raffaele Sardo, a politici che hanno fatto parte attiva del movimento anticamorra come Antonio Bassolino. Proprio Capacchione ha ritirato il premio alla memoria a Montanaro, e ha ricordato che nel territorio casertano “permangono ancora tanti problemi sociali ed economici. La reazione dello Stato alla violenza della camorra c’è stata dopo il 2008 (anno della stagione stragista nel Casertano targata Giuseppe Setola, ndr), ma tutto si è fermato lì, alla repressione”.
“La camorra non è l’anti Stato, sta dentro lo Stato – ha poi sottolineato Bassolino – sta dentro l’economia nei tanti rapporti malati, sta dentro la società, nella mentalità. Senza conflitto non nascono generazioni politiche”.
Importanti anche le “denunce” dei magistrati che operano sul territorio circa le inefficienze della giustizia, che minano la lotta all’illegalità; il presidente del Tribunale di Napoli Nord Picardi ha ricordato “la situazione di stallo” che si vive al palazzo di giustizia di Aversa – più volte segnalata anche di persona ai vari Guardasigilli – in cui “la grave insufficienza di risorse”, che si trascina dalla nascita del tribunale (settembre 2013) che comprende uno dei territori più complicati d’Italia, quello tra Napoli e Caserta dove c’è la Terra dei Fuochi, richiama la necessità “di un intervento urgente da parte dello Stato”. Ad Aversa ormai, viste le carenze di magistrati e cancellieri, e l’altissimo numero di procedimenti, i processi vengono messi in calendario addirittura nel 2026. (Fonte: Ansa)