Progetto Habitat, il problema casa passa attraverso la coabitazione. Sindaco e assessore: una sperimentazione per dare un tetto a chi non riesce a trovarlo

Progetto Habitat, il problema casa passa attraverso la coabitazione. Sindaco e assessore: una sperimentazione per dare un tetto a chi non riesce a trovarlo

SIRACUSA – Dalla progettazione alla sperimentazione: entra nel vivo il programma “Habitat – innovazione e impatto sociale nelle politiche abitative”, uno dei progetti finanziati dal Fondo innovazione sociale del Dipartimento funzione pubblica – Presidenza del consiglio dei ministri – del quale il comune di Siracusa è capofila.
​Habitat è un programma che affronta il problema casa per le fasce della popolazione meno fortunate ma in un’ottica più ampia, poiché tiene conto anche dell’integrazione e dell’inclusione sociale. Un approccio complesso che il Comune, assieme ai suoi partner, sta affrontando per gradi per poi giungere a soluzioni concrete.
​Ai nastri di partenza c’erano 22 progetti in tutta Italia che dopo la prima annualità si sono ridotti a 18. Il primo step è stato dedicato alla progettazione e alla pianificazione esecutiva; adesso si fa un ulteriore passo in avanti entrando nella seconda delle tre fasi previste, quella dalla sperimentazione, che è stata presentata stamattina con una conferenza stampa. Erano presenti il sindaco, Francesco Italia, l’assessore alle Politiche sociali, Conci Carbone, e i rappresentanti dei principali partner che partecipano al progetto: il Consorzio Sol.Co. – Rete d’imprese sociali siciliane – con il presidente Sergio Mondello e il responsabile dell’Ufficio progettazione, Davide Capodici; la cooperativa sociale Progetto A con il capo dell’Area sud, Marco Rametta. Altri partner sono l’Associazione Isnet e Banca Etica nella veste soggetto investitore, mentre l’Iacp metterà a disposizione l’immobile per la seconda fase.
​«È un progetto – ha detto il sindaco Italia – che ci consente di cercare soluzioni innovative a un problema diffuso, come quello della casa, rispetto al quale noi già proviamo a dare risposte con il programma Housing First, nel quale siamo collaborati dalla Caritas. Purtroppo dobbiamo fare i conti con la scarsa disponibilità dei proprietari ad affittare le case sebbene non siano mai state registrate criticità. Con il progetto Habitat, in partenariato con enti che operano nel sociale e con l’Iacp, tentiamo nuove forme di supporto alle famiglie alla ricerca di un’abitazione».
​ «Una delle soluzioni che testeremo – ha aggiunto l’assessore Carbone – è quella del co-housing, cioè forme di coabitazione tra persone della cosiddetta “fascia grigia” che è quella più in difficoltà nella ricerca di case. Per adesso è solo una sperimentazione che potremo valutare solo al termine del percorso ma per la quale ci avvaliamo dell’esperienza di partner che lavorano proprio su problemi sociali concreti. Nessuna improvvisazione, dunque, ma una soluzione che sarà giudicata da un ente terzo, l’Istituto italiano di valutazione, e che speriamo che diventi una buona pratica riconosciuta dal ministero come altre volte il comune di Siracusa è riuscito a fare, per esempio, con l’Ostello per immigrati di Cassibile o Le Tele di Aracne per l’inserimento lavorativo di giovani ex detenuti».
​Il cuore della sperimentazione di Habitat sarà al rione Graziella, in Ortigia, e avrà come luogo un immobile dell’Iacp. Il target sono le persone fragili che appartengono alla cosiddetta “fascia grigia”, cioè cittadini che non hanno i requisiti per accedere alle graduatorie dell’edilizia pubblica residenziale ma non sono nelle condizioni economiche di acquistare e prendere in affitto una casa. In particolare ci si vuole concentrare sugli anziani soli, i neo maggiorenni inseriti in strutture protette, le madri con minori svantaggiati, le giovani coppie o i piccoli nuclei familiari in difficoltà economiche.
​La mission di Habitat non è solo trovare un tetto per queste tipologie di persone fragili ma ragiona anche sulle relazioni che si vengono a creare e sul ruolo che ciascuno può svolgere all’interno di una comunità. Nella fase sperimentale si utilizzerà la formula del co-housing per la quale sarà costituita un’Agenzia sociale per la casa il cui compito è di fare incontrare esigenze delle persone ed offerta oltre a farsi carico dell’affitto e delle utenze. Inoltre saranno studiati i soggetti con bisogni abitativi temporanei per i quali l’Agenzia fornirà alloggi a prezzi calmierati e sosterrà i proprietari nella gestione e nella manutenzione degli immobili.
​Conclusa questo step, 10 progetti accederanno alla terza annualità, quella della sistematizzazione. Consisterà nell’estendere e nel replicare la sperimentazione, attraverso l’utilizzo di strumenti di finanza d’impatto sociale, in contesti diversi e più ampi. Se i risultati saranno positivi, la metodologia entrerà tra le politiche pubbliche locali e potrà diventare una buona pratica da trasferire ad altre realtà.

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