LENTINI – “L’anniversario della strage di Nassiriya, come accade ogni anno, rinnova il dolore di una ferita mai rimarginata, una sofferenza, però, sempre accompagnata da un grande orgoglio per l’eroico sacrificio del nostro Emanuele Ferraro. Lentini e Carlentini non dimenticano questo figlio caduto per difendere la pace in un momento in cui il mondo è in apprensione a causa della guerra che si sta combattendo vicino ai nostri confini”. Con queste parole, il sindaco di Lentini Rosario Lo Faro ricorda la strage del 12 novembre 2003, quando un camion carico di esplosivi si schiantò sulla base Maestrale a Nassiriya, uno dei quartier generali del contingente italiano, impegnato in una spedizione di peacekeeping per la missione “Antica Babilonia” dove trovarono la morte il caporal maggiore scelto Emanuele Ferraro, insieme ad altri 18 connazionali, tra i quali il maresciallo dei carabinieri Alfio Ragazzi. La commemorazione si è svolta, questa mattina, davanti alla statua di Emanuele Ferraro, in piazza del Popolo. Alla cerimonia hanno partecipato, oltre al sindaco Rosario Lo Faro, assessori e consiglieri comunali di Lentini, il papà di Emanuele Dario, il fratello Alessandro e i famigliari, l’assessore del comune di Carlentini Sebastiano Nardo, il capo reparto dell’Attività Territoriale CME Sicilia, tenente colonnello Marco Marziano, il vice comandante della Nato Agis Sigonella Colonnello Stefano Bianca, il dirigente del commissariato di Lentini Alessandro Sciacca, il comandante della stazione dei carabinieri di Lentini Silvio Puglisi, il comandante della Tenenza della Guardia di Finanza Gaetano La Ferlita, il comandante della Polizia municipale di Lentini Alfio Vacanti, l’Associazione nazionale Carabinieri, sezione di Lentini e Carlentini, guidati dal presidente Sebastiano Leonardi, l’associazione Polizia di Stato, sezione di Lentini, guidati dal presidente Vincenzo Laezza, l’associazione nazionale Auteri d’Italia, sezione di Belpasso e tantissimi cittadini e rappresentanti delle associazioni della città. La commemorazione è stata aperta con una preghiera recitata da don Marco Scolla, parroco della chiesa Cristo Re e la benedizione della corona d’alloro che è stata omaggiata dal Comune.
Era il 12 novembre 2003, alle 10.40 ora locale, le 8.40 in Italia, un’autocisterna forzò l’entrata della base Maestrale, presidiata dai carabinieri italiani, nella città di Nassiriya, in Iraq: i due uomini a bordo fecero esplodere una bomba. La deflagrazione, con un effetto domino, fece saltare in aria il deposito munizioni.
L’eroico intervento del carabiniere Andrea Filippa di guardia all’ingresso principale della base che sparò agli attentatori evitò conseguenze che avrebbero potuto essere ancora più tragiche.
La base “Maestrale” fu ridotta a uno scheletro di cemento. L’altra sede, “Libeccio”, distante poche centinaia di metri dalla prima, venne danneggiata anch’essa dall’esplosione.
La foto simbolo
Un soldato si aggiusta l’elmetto, alle sue spalle la base Maestrale sventrata, tutto intorno solo macerie: è lo scatto simbolo della strage di Nassiriya realizzato dalla fotoreporter Anya Niedringhaus, premio Pulitzer 2005 come giornalista di guerra in Iraq, morta in Afghanistan nel 2014. Fu uccisa da un talebano con addosso la divisa delle forze di sicurezza governative.
I caduti
A Nassiriya persero la vita 28 persone, 19 italiani e 9 iracheni. Tra gli italiani, dodici Carabinieri:
Massimiliano Bruno, Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Andrea Filippa, Enzo Fregosi, Daniele Ghione, Horacio Majorana, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Filippo Merlino, Alfio Ragazzi, Alfonso Trincone.
Cinque militari dell’Esercito:
Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Alessandro Carrisi, Emanuele Ferraro, Pietro Petrucci.
Due civili: il regista Stefano Rolla, impegnato con la sua troupe nelle riprese di uno sceneggiato sulla ricostruzione del paese e il cooperante internazionale Marco Beci.
“Lentini e i lentinesi – ha detto il sindaco Rosario LO Faro – non dimenticheranno mai il ricordo di Emanuele che ci indica la strada per costruire la pace”.