CATANIA – “Bloom again è stato un successo e speriamo che lasci un segno per il futuro, ma soprattutto indichi una strada sia per l’aggiornamento dei docenti, sia per la formazione tifloinformatica dei nostri ragazzi”.
Lo ha detto Gaetano Renzo Minincleri, presidente del Consiglio regionale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti al termine della celebrazione, nel Polo Tattile Multimediale di Catania, dei trenta mesi dall’inizio del progetto per “far rifiorire” – questo significa Bloom again – i disabili visivi.
L’evento, in collegamento web tra sei diverse sedi, prevedeva una parte nazionale – nella centrale dell’Uici a Roma, con Vincenzo Massa, il responsabile dell’Ufficio stampa che coordinava gli interventi, c’erano il presidente Mario Barbuto e la vicepresidente Linda Legname, coordinatrice del progetto per l’Italia – e una regionale per tirare le somme sulle varie iniziative. Queste sono state finanziate in Sicilia, Campania, Lazio, Toscana e Lombardia oltre che dall’Unione ciechi anche dall’associazione Con i Bambini e con il supporto del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
“Nella nostra regione – ha spiegato Nando Sutera, tiflologo e coordinatore didattico locale del progetto – abbiamo realizzato un percorso di formazione tifloinformatica per non vedenti e ipovedenti dagli 8 ai 17 anni, ma anche per i loro docenti, curriculari e di sostegno, e per i loro assistenti per la comunicazione”.
“Un progetto – ha aggiunto Giorgio Silvestro, segretario del Consiglio regionale dell’Uici e coordinatore generale per la Sicilia di Bloom again – che ci ha impegnato e appassionato, soprattutto per ciò che riguarda la formazione tifloinformatica individualizzata da sessanta ore per cento alunni con disabilità visive delle scuole elementari e medie. Con i docenti che sono andati a insegnare a casa degli allievi, ai quali sono stati donati computer portatili dotati di screen reader o software di ingrandimento”
Secondo Silvestro, quello di raggiungere singolarmente i ragazzi ha rappresentato “un grande punto di forza del progetto”, anche se, poiché si è operato durante la pandemia, “si sono evidenziate inevitabili criticità organizzative, che ci hanno messo alla prova”.
“Un’altra criticità, diventata poi il nostro punto di forza – ha concluso il Segretario – , è stata quella di reperire insegnanti tifloinformatici, che abbiamo dovuto formare noi stessi”.
Ad avviare la formazione, docenti esperti come Luca Grasso, che è anche direttore del Polo Tattile Multimediale di Catania, il quale ha sottolineato il diverso approccio nell’insegnare a vedenti e non vedenti.
“I primi – ha spiegato – ho dovuto innanzitutto farli calare, empaticamente, nel ruolo di chi non vede per poi parlare loro dei prodotti tifloinformatici. Per quanto riguarda invece i disabili visivi sono riuscito, da non vedente, a trasmettere loro, oltre alle nozioni sulla materia, il senso della quotidianità del lavoro. Ho cercato insomma di offrire come modello la mia personalissima maniera di usare il computer, facendo in modo che fruissero della mia esperienza”.
E nel corso dell’incontro il presidente Minincleri ha più volte sottolineato l’importanza dell’informatica per dare ai giovani ciechi e ipovedenti pari opportunità, concludendo: “la gioia dei ragazzi e dei loro genitori e la soddisfazione degli insegnanti ci riempiono d’orgoglio e ci spingono ad andare avanti su questa strada”.
Un percorso di cui è soddisfatto anche Sutera, che chiede di proseguirlo “creando valori aggiunti in termini di contenuti, strategie e proposte”. E questo perché l’informatica “sposa perfettamente il Braille” e consente non solo di studiare meglio a scuola, ma di “navigare sul web accedendo alla cronaca e ad altre informazioni, di interagire sui social accrescendo le proprie relazioni” e persino di poter “presentare una domanda d’iscrizione all’Università o sostenere un esame on line”.
Nel corso dell’evento, si sono susseguite inoltre le testimonianze di docenti, genitori e allievi coinvolti in Bloom again. La manifestazione è stata conclusa da un’applaudita esibizione di Antonino Martorana, ventenne pianista e compositore palermitano non vedente.