MESSINA – La deposizione di una corona di alloro assieme a diversi mazzi di fiori davanti a tante autorità, civili, militari, religiose e a diversi figli di martiri, ha concluso le due giornate di eventi iniziate il 9 febbraio con l’inaugurata della mostra documentale alla Biblioteca Regionale Universitaria “Giacomo Longo” di Messina. La mostra è una rara esposizione per rileggere pagine della storia italiana del Novecento intrisa di sgomento, dolore e morte ancora purtroppo poco conosciuta. La giornata commemorativa del 10 febbraio è stata istituita con la legge n. 92 del 30 marzo 2004 al fine di preservare la memoria delle vittime italiane e jugoslave e ricordare l’esodo degli istriani, fiumani e dalmati durante la seconda guerra mondiale. La Biblioteca “Giacomo Longo”, unitamente all’Associazione Nazionale Congiunti Deportati ex Jugoslavia di Messina, ha onorato quanti ne sono stati vittime, valorizzando il ricordo, con l’auspicio che tali atroci accadimenti non debbano mai più essere inscritti quali dolorose pagine di storia. Il momento inaugurale della mostra è stato aperto con i saluti istituzionali da parte dell’assessore alla cultura Vincenzo Caruso e dall’introduzione curata dalla Direttrice della Biblioteca, dott.ssa Tommasa Siragusa e dalla Presidente Provinciale dell’ANCDJ, maestra Maria Cacciola. Sono seguiti la testimonianza del cav. dott. Domenico Interdonato e l’interessante intervento del prof. Dario Caroniti, ha percorso un excursus storico e politico svoltosi in Europa, iniziato prima e dopo le due guerre mondiali fino alla recente guerra dei Balcani, che ha visto continui scontri etnici e religiosi. I condannati alle “Foibe” in migliaia venivano legati l’un l’altro con il fil di ferro stretto ai polsi e spinti fin sull’argine delle fosse, profonde cavità del territorio carsico. I militari sparavano, soltanto ai primi del gruppo che, come macigni, trascinavano tutti gli altri giù nelle profondità. Questo orribile epilogo non era la sola sorte predisposta per gli italiani della Venezia Giulia, della Dalmazia, dell’Istria, del Quarnaro e di Fiume (province allora annesse all’Italia), in moltissimi venivano tradotti in campi di prigionia e tra questi, maltrattati e sottoposti alla lunga e estenuante marcia forzata verso quei luoghi, vi era chi trovava la morte durante il percorso. Molti furono gli esodati, costretti a una vera e propria diaspora, e tra questi, gli stessi congiunti degli infoibati che vennero privati non soltanto dell’amorevole presenza fisica dei propri cari, ma anche lasciati nell’oscura e continua angoscia di non avere più di loro alcuna notizia, un lutto incomprensibile che si rinnova ininterrottamente. L’allestimento della mostra documentale sulle Foibe e l’esodo degli Istriani consta di 17 pannelli che sono stati dislocati in vari ambienti della Biblioteca. Il percorso documentale, arricchito da immagini e stato curato e poi commentato dalla Cacciola, con l’intento di divulgare soprattutto per gli studenti il fatto storico, che per anni è stato negato e persino tralasciato nei testi scolastici. Già proposta più volte in passato sul circuito messinese, l’esposizione si trova presso la Biblioteca Regionale l’ambientazione più consona per la frequentazione quotidiana delle varie fasce d’utenza e per l’immediata possibilità che l’Istituto può approntare per l’approfondimento della tematica. L’evento si pone sulla scia già tracciata dal Miur, che con cadenza annuale organizza seminari regionali e nazionali. La Cacciola ne è stata ospite nel 2019 a Ravanusa, contribuendo a scongiurarne l’oblio, con la propria accorata e puntuale testimonianza. La Cacciola è nata a Digniano d’Istria Pola, l’attuale cittadina croata Vodnjan, è esule istriana e figlia di vittima delle Foibe, il carabiniere Cacciola Antonino. Quest’ultimo di stanza in Istria, faceva parte di una colonna sotto la guida del Comandante Alfano (siciliano anch’esso) che fu tratto prigioniero e fucilato. La colonna con partenza da Dignano cadde in un’imboscata dei partigiani titini. Di tutta la truppa non si seppe mai la fine. Era il 1945 e il conflitto mondiale era già concluso da tempo, ma non era ancora sopito l’odore acre della sofferenza e della morte inflitta a tanti innocenti, che continuava a perpetrarsi. La Cacciola è stata nominata presidente provinciale di Messina nel 2008 dal Presidente Nazionale dell’Associazione, la cui sede principale è a Trieste. Ai congiunti delle vittime è stata concessa la Medaglia commemorativa che viene consegnata durante le celebrazioni ufficiali nelle Prefetture d’Italia; la Cacciola ha ricevuto l’Onorificenza al Quirinale dal presidente Napolitano nel 2008, Pergamena e Medaglia in memoria del padre per il sacrificio profuso per la Patria. Dopo di lei anche il figlio Antonino, che porta il nome del nonno, nel 2010. Le due figlie, invece, la riceveranno quest’anno: una presso la Prefettura di Messina e l’altra a Roma. Condividendo i veri valori e coltivando la cultura quale volano di crescita di un Paese, si assicura un cammino spedito verso gli orizzonti di pace tra i popoli. La mostra resterà aperta al pubblico fino al 24 febbraio (dal lunedì al venerdì ore 9 – 13; mercoledì 15 17.30.