“Le dichiarazioni ultime dell’ex Consigliere Delegato Walter Pagliaro hanno contribuito, semmai ce ne fosse ancora bisogno, a rendere piu’ inquietante la situazione e la gestione dell’Istituto. Un clima limaccioso dove in modo singolare si capovolgono i ruoli e i rapporti: chi denunzia zone d’ombra, chi chiede sacrosanti provvedimenti disciplinari viene criticato e accusato di alimentare una sorte di caccia alle streghe.
Il Sindaco di Siracusa, nella sua conferenza stampa, oltre ad attaccare l’ex Consigliere Delegato, ha dichiarato con particolare enfasi di volere il bene della Fondazione dell’Inda e di volersi battere per migliorarla e non certo per indebolirla. Difficile non essere d’accordo con questo obiettivo. Mi permetto, però, di insistere su un punto: rimango convinto che il migliore modo per difendere e sostenere l’Inda è quello di non nascondere la polvere sotto il tappeto, non è quello di fare finta di nulla e andare avanti. Confesso che avendo ascoltato l’intera conferenza stampa di Pagliaro molti dei rilievi mossi da Garozzo nella sua almeno in quella occasione sono del tutto inesistenti e infondate. Forse se li saranno dette in privato ma nella conferenza stampa non ho sentito Pagliaro attaccare l’Inda, le maestranze e proporre di tornare al biennio delle rappresentazioni classiche. Ma, ripeto, non intendo svolgere ruoli che non mi competono e quindi non devo fare il difensore d’ufficio né dell’ex consigliere delegato né dell’ex presidente. Entrambi, peraltro, in questo momento sono superati.
Il ruolo che mi sono dato e l’impegno che ho assunto con la città è un altro: è di evitare che l’Inda ceda sotto le pressioni e i ricatti di piu’ o meno vecchie lobby di potere, di rilanciare il bene comune che è la Fondazione e le sue attività. Siracusa senza le rappresentazioni classiche o con spettacoli scadenti è una città piu’ povera, di cultura, di arte, di lavoro, di turismo. Impedirlo significa semmai migliorare la già egregia e straordinaria produzione di questi anni. Per me questo e solo questo è l’imperativo. Coloro che lavorano coerentemente in questa direzione sono miei alleati, chi antepone interessi personali e clientelari nemici dichiarati.
Prima e dopo la decisione del Ministro Franceschini non ho nascosto la mia contrarietà all’ipotesi di Commissariamento dell’Inda. E questo per diverse ragioni: abbiamo già provato questa esperienza e ci siamo battuti tutti per chiudere una gestione che comunque la si vuole rappresentare rimane sempre di eccezionale precarietà, perché chiunque viene nominato rischia di consolidare lo status quo organizzativo e gestionale, perché non mi convince l’uomo solo al comando di un ente che deve continuare ad essere gestito e diretto dalle migliori competenze e professionalità e con lo strumento del controllo democratico.
Ma oggi è già stato nominato il Commissario chiamato a gestire per un periodo di 1 anno, e spero proprio solo uno, l’Istituto Nazionale del Dramma Antico. Garozzo e Pagliaro sono decaduti entrambi dai rispettivi ruoli.
A lui, quindi al Dott. Pinelli, mi rivolgo per chiedere alcuni impegni che possano e devono spero rappresentare per la città e l’intero mondo della cultura delle vere certezze.
Insieme a quello di rivisitare alcuni parti dello Statuto definendo meglio ruoli e compiti, il primo impegno è quello di lavorare al massimo delle sue competenze ed energie per realizzare, completando il lavoro già avviato, un importante e bellissimo imminente ciclo delle tragedie. Al primo posto, infatti, il bene comune delle rappresentazioni classiche, vera e propria eccellenza artistica e culturale nazionale e sempre piu’ di valenza e interesse anche internazionale.
Completare il lavoro già avviato accelerando tutta la parte logistica ed organizzativa con assoluta priorità verso l’attivazione dei contratti per tutte le maestranze. Artigiani straordinari e lavoratori stagionali al primo posto. Non può accadere, infatti, che alla fine a pagare il prezzo sia la qualità degli spettacoli e la parte piu’ debole, ovvero le maestranze. Al Commissario il compito di definire l’intera questione lavoro e occupazione evitando l’imbarazzo di improbabili e improponibili paladini di giornata.
Facendo tesoro e cominciare a realizzare le idee e le intuizioni del precedente Cda che alcuni giorni fa lo stesso Pagliaro ha ritenuto di socializzare: ovvero il progetto del Festival Internazionale del Teatro Antico, un Festival Latino da ospitare all’Anfiteatro romano e altre iniziative in grado di coprire l’intero arco dell’anno con straordinarie ricadute positive oltre che sul terreno culturale su quello turistico ed occupazionale. Iniziative che, ovviamente, si devono aggiungere ed integrare e non certo sostituire alle importanti attività del Festival dei giovani e della eccellente Scuola del Teatro antico.
In secondo luogo con i poteri che gli derivano dal ruolo fare un’operazione di trasparenza e di legalità interna. Che almeno i soggetti interessati dalle indagini della Magistratura vengono utilizzati in mansioni diverse da quelle direttamente riconducibili alle ipotesi di reati. Dico questo senza alcun accanimento giustizialista, anzi auspicando che gli interessati possano dimostrare la loro estraneità con l’inesistenza di reati. Ma fino a quando la Magistratura non lo avrà accertato il Commissario dovrà assumere dei provvedimenti cautelativi per tutelare l’Inda e per non offendere il buon senso e il buon gusto per fortuna di cui l’opinione pubblica è largamente pervaso.
Per quanto mi riguarda sono questi i parametri che mi porteranno ad esprimere un giudizio sull’operato del Commissario. Dovrà, a mio avviso, avere il conforto e il sostegno dell’intera città e della sua classe dirigente se si muoverà nella direzione giusta. Altrimenti, per quanto mi riguarda, non avrò timore né pazienza nel denunziarne limiti, ritardi, errori ed eventuali comportamenti anomali.
Confido, in tal senso, nella scelta di Francheschini e nella comprovata esperienza anche nel settore dell’economia della cultura del Commissario per non immaginare neanche lontanamente scelte diverse. Sono certo che lo stesso Commissario saprà relazionarsi con la città a partire dal mondo della cultura e dell’arte sempre vicino all’Inda, allo studio , alla ricerca, al classicismo e al grecismo.
Spero che in questa azione e con questi obiettivi di incontrare il contributo positivo del Sindaco di Siracusa, nonché ex Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Inda. Confesso di non avere appieno compreso la sua richiesta verso il Commissariamento anche perché in primis e’ il primo ad essere stato commissariato. Il Commissariamento del Consiglio di Amministrazione , la si giri come si vuole, rappresenta il fallimento di chi ne faceva parte e del presidente in primo luogo. Tranne che non risultano fondate le voci che sono circolate a Roma relative alla aspirazione rimasta tale del Sindaco ad essere lui stesso nominato Commissario. Ma non ci credo e li considero pure illazioni e leggende metropolitane. Così come, a mio avviso, fa male a prendersela con Pagliaro. Intanto perché, al di là di piccoli particolari, le cose dette da Pagliaro erano opinioni e fatti che si conoscevano già ma, anche e soprattutto, perché lo spirito delle dichiarazioni e anche delle stesse denunzie fatte dall’ex consigliere delegato sono chiaramente sostenute, per quel che ho avuto modo di ascoltare, dall’amore verso l’Inda e quel che può e deve rappresentare. E a chi ama questa città, la sua storia, i suoi valori, a chi si batte per affermare trasparenza e legalità io credo che anche il Sindaco di Siracusa debba offrire un grazie per ciò che ha fatto e che, io almeno mi auguro, potrà ancora fare in futuro.
Commissario, Sindaco e consiglio comunale, forze politiche e mondo della cultura se possibile lavorare insieme per rilanciare l’Inda, per liberarlo da ogni incrostazione, per evitare appetiti impropri di comitati d’affari e di sottoboschi politici.
Questo avvenga alla luce del sole, nel pieno della trasparenza e del confronto aperto, pubblico e democratico; senza furbizie e lavorazioni carsiche. In tal malaugurato caso non perderò un attimo a denunziare pubblicamente.
Perché io amo le tragedie, non le farse”.
Il deputato nazionale Pd
Pippo Zappulla