Già disponibile in tutti i digital store, “Gin Tonic” è il nuovo singolo di Diego Conti e porta dentro di sé le influenze rock del primo Vasco Rossi, nonché quelle dei Primal Scream e dei sabato notte estivi a fare baldoria. Perché, secondo l’artista, le persone hanno sempre più bisogno di un diversivo per poter liberare la mente dai pensieri negativi e ansiogeni che la società in cui viviamo contribuisce ad alimentare.
“Io sono soltanto un giovane ragazzo come tanti altri che cerca di esorcizzare la paura del futuro. A volte medito, altre mi diverto come posso. Questa canzone è un inno di rinascita nei confronti di quella socialità fatta di divertimento che ci è mancata per troppo tempo. In questi anni così caotici, oltre il denaro, resta l’amore l’oggetto del desiderio comune. Quindi, usciamo dal girone infernale della noia e scoliamoci un Gin Tonic insieme!”.
Intervista a Diego Conti, “Gin Tonic”
Ciao Diego, bentrovato su Radio Una Voce Vicina InBlu. Come stai?
È un piacere essere qui. Sto benissimo!!!
Ci racconti la genesi del tuo nuovo singolo “Gin Tonic”?
“Gin Tonic” è nata subito dopo la pandemia di ferro che abbiamo vissuto, in una notte estiva alcolica. È una grande festa rock, un inno di rinascita nei confronti di una socialità fatta di divertimento che ci è mancata per troppo tempo. Mentre la ragazza preparava il mio Gin Tonic, alle 4 del mattino miracolosamente la mia testa ha iniziato a creare. D’un tratto ho sentito “Portami qualcosa da bere, un altro bicchiere…”. Il giorno dopo avevo quasi tutta la canzone. È un grido contro la paura, contro questi anni ansiogeni. Siamo ragazzi assetati di vita, lasciateci divertire.
Questo brano lo hai scritto insieme ad Alfredo Rapetti Mogol. Com’è nata questa vostra collaborazione?
Ho conosciuto Cheope nei Fonoprint Studios a Bologna, la mia casa discografica. Fortunatamente, ho avuto l’occasione di fargli ascoltare le mie canzoni, che gli sono piaciute, e mesi dopo ci siamo messi al lavoro. Grande e gentile autore, è stato fantastico scrivere insieme.
E, a proposito di collaborazioni, nel 2020 hai conosciuto Andrew Loog Oldham, con cui stai lavorando tuttora. Ci parli un po’ di questo incontro e di quello che Andrew ha apportato al tuo progetto artistico?
Ero in un momento buio, Andrew Loog Oldham mi ha salvato – raccogliendomi da terra, prendendomi e tirandomi per il chiodo di pelle – e ora sono qui. È il mio mentore del rock, il mio maestro e il mio angelo custode. Ci siamo conosciuti fatalmente come nelle favole più belle. È un grandissimo onore averlo al mio fianco nella scrittura della mia musica. Ci lega un profondo sentimento di amicizia e di fratellanza per il rock’n’roll. Difficile da spiegare. È sempre al mio fianco. Amo i Rolling Stones alla follia e ora lavoro con lui. Sono grato alla vita.
Il Gin Tonic in questo tuo nuovo singolo non è altro che un diversivo per liberare la mente dai pensieri negativi che la società in cui viviamo contribuisce ad alimentare. Potessi cambiarne tre aspetti, cosa sceglieresti di modificare?
Potrei risponderti con il testo di “Imagine” di John Lennon. Eliminerei la dipendenza dai social, che è la droga dei nostri tempi, la devozione malata al denaro e la guerra in ogni sua forma.
Questo brano, tra l’altro, sembra un vero e proprio inno allo stare insieme, dopo gli anni dell’emergenza sanitaria. C’è un messaggio che ti preme arrivi forte e chiaro a chi lo ascolterà?
“Gin Tonic” non è un’incitazione all’alcolismo, ma un grido di speranza e un inno a divertirci insieme. Non meritiamo di vivere in una società così guerrigliera, pandemica e destabilizzante. È una canzone per abbattere le paure e le paranoie che questo mondo ci spinge negli occhi. Quindi, beviamo un Gin Tonic, brindiamo e alziamo la cresta, e la testa!!!
“Gin Tonic” anticipa un nuovo album di inediti? Se sì, puoi darci qualche piccola anticipazione sul sound e sulle tematiche?
Sì, in autunno uscirà sicuramente una nuova canzone e successivamente tireremo fuori il mio nuovo album per Fonoprint Studios. Sarà un disco rock, prodotto da Ivan Antonio Rossi, il quale ha capito la mia anima e la direzione che volevo dare a queste canzoni. Chitarre elettriche e sound british, rigorosamente british. Nell’album ho collaborato con Ivan Antonio Rossi, Matteo Cantaluppi, Alfredo Rapetti Mogol “Cheope” e Andrew Loog Oldham.
Diego, grazie per essere stato qui con noi. Buona musica e in bocca al lupo!
Grazie a voi, è stato un vero piacere. “I’m feeling supersonic. Give me gin and tonic”.