Scrivere, ricordare Guglielmo Tocco non è impresa facile. Anzi per chi lo ha conosciuto diventa impresa improba. Prima di tutto perché sicero amico e secondariamente per il suo impegno per la sua Lentini. Non si può scindere Guglielemo Tocco dalla sua amata Lentini. Si tratta di un binomio solido come l’acciaio. Immaginare Guglielmo Tocco senza la sua Lentini non è affatto possibile poiché Guglielmo Tocco era orgoglioso della sua leontinità. E possiamo pensare per un attimo Lentini senza uno dei suoi migliori cantori, ossia Guglielmo Tocco? ‘Zmai! L’amore di Guglielmo Tocco è stato indomito e gentile allo stesso tempo. Indomino perché Guglielmo Tocco aveva in mente la sua Lentini, o Leontinoi, senza se e senza ma. Nulla gli avrebbe fatto cambiare idea. Per lui Lentini, la sua Lentini era il centro di tutto e del mondo. Lentini rappresentava l’ambiente naturale dove Guglielmo Tocco si trovare a casa sua. Ma questo amore era anche gentile perché uno dei tratti indimenticabili del nostro Guglielmo Tocco era la gentilizza. Ed ecco perché la geniale idea di porre piastrelle vergate da immortali versi. Ininziativa denominata, guarda caso, denominata “Luogo Gentile”. Ossia un luogo dove la lettura di un breve componimento poetico apriva il cuore ai più bei sentimenti e spronava il lettore a impegnarsi per amare la Lentini. La Lentini di Guglielmo Tocco e la lentini di tutti. Guglielmo Tocco nella sua pluridecennale vita ha espresso così tanto amore nei confronti della sua Lentini che Lentini era diventata un luogo dell’anima. Il luogo dell’anima gentile. In ogni cosa che faceva Guglielmo Tocco c’era una vis e un’energia ineguagliabili. Lentini è piena di tracce dell’opera di uno dei suoi più illustri figli. Grande figlio. Lentini si dovrebbe ricordare maggiormente del nostro Guglielmo Tocco perché ricordarlo con azioni concrete è un modo di volevere bene a Lentini. Caro Guglielmo ti saluto con rispetto e Lentini ricordatelo come si deve. Grazie per quello che hai fatto.
