L’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, che non ha potuto partecipare alla festa della Repubblica, ha voluto inviare un messaggio per questa giornata.

L’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, che non ha potuto partecipare alla festa della Repubblica, ha voluto inviare un messaggio per questa giornata.

SIRACUSA – “Il 2 giugno celebriamo la Festa della Repubblica. Quest’anno la Chiesa celebra in questa giornata la solennità del Corpus Domini manifestando anche pubblicamente la fede nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia. Facciamo nostre le parole del Santo Padre: “L’Eucaristia è la risposta di Dio alla fame più profonda del cuore umano, alla fame di vita vera: in essa Cristo stesso è realmente in mezzo a noi per nutrirci, consolarci e sostenerci nel cammino”. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa mons Francesco Lomanto nella giornata del Corpus Domini che la chiesa celebra oggi. “Lo scorso anno il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha richiamato “la centralità della persona, il riconoscimento della sua inviolabilità, la dignità, la libertà, la solidarietà” come “valori che appartengono a tutti i cittadini”.
Una società che vuole essere umana deve mettere al centro la persona e l’incontro con gli altri. Dobbiamo scommettere e ritornare a costruire partendo dalla semplicità del cuore. Guardiamo in alto e in profondità nel mistero di Dio per scorgere l’infinita dignità dell’uomo.
La politica deve essere sempre al servizio del bene comune, mirando a un’economia solidale e attenta verso chi è nel bisogno, perché se il più debole è tutelato ne guadagna tutta la società. È urgente progettare insieme, disegnare sentieri di pace, operare per il bene di tutti. Impegniamoci a piantare il seme della speranza nella nostra società, che rischia di smarrirsi.
Adoperiamoci per la costruzione di un mondo migliore, seminando il seme della risurrezione di Gesù negli ambienti in cui viviamo, amiamo e speriamo, per portare amore dove non c’è amore, affinché tutto si trasformi in amore (S. Giovanni della Croce)”.

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