CATANIA – Eliminare per riconfigurare, togliere per ordinare, svelare l’identità dei luoghi, svegliare il senso di appartenenza. Catania “città aperta” come luogo di internazionalità e socialità, crocevia di visioni e progetti per costruire la città di domani. Su queste premesse parte la nuova edizione dell’International Architecture Workshop organizzato, in formula biennale, dall’Ordine e dalla Fondazione degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Catania, con il supporto del Comitato tecnico-scientifico e del Coordinamento Giovani Architetti (CoGA), e con il patrocinio di: Consiglio Nazionale Architetti PPC, Fondazione Renzo Piano, Soprintendenza regionale ai Beni culturali e ambientali, Comune e Università di Catania, Ordine e Fondazione etnei degli Ingegneri, Ance Catania, InArch Sicilia, Inbar (Istituto nazionale di Bioarchitettura), Inu (Istituto nazionale di Urbanistica); e con la partnership di The Plan. «Layer Zero 2018» è il titolo di questa importante iniziativa giunta alla sua sesta edizione, e si focalizzerà sulla reinterpretazione del territorio etneo attraverso una modalità di approccio inedita: la sottrazione, l’azione del togliere, dell’alleggerire; un modus operandi che parte dalla rimozione di elementi o parti di città che alterano la percezione degli spazi vissuti, per arrivare alla riconfigurazione di nuovi spazi da restituire alla città e, dunque, alla socialità. Al workshop – in programma al Palazzo della Cultura di Catania dall’8 al 15 dicembre 2018 – parteciperanno giovani professionisti, laureati, dottorandi e studenti di Architettura, Design, Ingegneria Edile, dei paesi dell’Unione Europea e di tutte le altre nazioni. Si lavorerà all’interno di gruppi di progetto per mettere a punto proposte progettuali mirate a restituire una nuova configurazione di tre zone che rappresentano i principali accessi alla città etnea: Ognina/Cannizzaro, Centro storico/Civita, Plaia/Zia Lisa. Ciascun gruppo sarà guidato da un visiting architect proveniente da studi d’architettura internazionali: Arup, Gianluca Peluffo&Partners ed Elisabetta Gabrielli di Archiground. «L’obiettivo di Layer Zero 2018 – ha commentato il presidente dell’Ordine degli Architetti Alessandro Amaro – è promuovere il dibattito tra i partecipanti grazie all’apporto del know how degli studi internazionali e al coinvolgimento di professionisti di altri settori. Sperimentare significa stimolare una nuova percezione di città e riaffermare ancora una volta il valore sociale dell’architettura grazie a nuove forme di re-invenzione ambientale e di contaminazione culturale». Catania è una città ha bisogno di una nuova stagione di pianificazione strategica – ha continuato la presidente della Fondazione etnea Veronica Leone – per attrarre nuove opportunità di investimenti e avviare processi di sviluppo etico-sostenibile. Noi architetti per primi ci facciamo promotori e attori di questa prospettiva, attraverso un approccio incentrato sulla riqualificazione degli spazi fisici vissuti quotidianamente dalla comunità». I due presidenti hanno sottolineato inoltre l’impegno profuso dal comitato organizzativo, composto dagli architetti: Eleonora Bonanno, Andrea Toscano, Sabrina Tosto, Annamaria Zanini.