SIRACUSA – A 28 anni dalla prima lezione alla facoltà di Architettura, il rapporto tra l’università di Catania e Siracusa è solido ed è destinato a diventarlo ancora di più. Lo ha detto il rettore Francesco Priolo aprendo stamattina in maniera solenne, nella Sala Ipostila del Castello Maniace, l’anno accademico numero 590, cerimonia che per la prima volta si è tenuta anche nelle sedi decentrate. Per il Comune erano presenti il sindaco Francesco Italia, il vice sindaco Edy Bandiera, gli assessori all’Università e al Centro storico, Fabio Granata e Salvatore Consiglio, il presidente del consiglio comunale, Alessandro Di Mauro e una rappresentanza di consiglieri.
L’importanza di Siracusa nel progetto universitario complessivo è testimoniata da tre elementi indicati dal rettore Priolo: la trasformazione dell’ateneo in Siciliae Studium Generale realizzato sui poli di Catania, Siracusa e Ragusa tale da configurare un’università del Sudest; l’inaugurazione di due nuovi corsi di laurea (in Infermieristica e in Progettazione e gestione del turismo culturale) accanto alla consolidata Struttura didattica speciale di Architettura e alla scuola di specializzazione in Archeologia; i 12 milioni di investimenti che l’ateneo ha messo in campo, 9 dei quali per la sola sede dell’ex Caserma Abela, per ristrutturare tutti i palazzi che ospitano i corsi e gli uffici: Palazzo Impellizzeri, Palazzo Chiaramonte e Villa Reimann.
«Cesare Brandi tanti anni fa – hanno commentato il sindaco Italia e l’assessore Granata – definì il Val di Noto come “paesaggio culturale unico, straordinario e originale”, quel Val di Noto poi divenuto, dopo l’inserimento nella World Heritage List dell’Unesco per la ricostruzione tardo barocca post terremoto 1693, il primo distretto culturale italiano: il Sudest. Partendo anche da questa visione, inizia un percorso di formazione e presenza universitaria inedito, con al centro il rapporto sempre più stretto tra Catania, Ragusa e Siracusa. Per questo Siracusa – hanno continuato il sindaco e l’assessore – ospita per la prima volta nella sua storia la cerimonia di apertura dell’anno accademico della Siciliae Studium Generale. Non si tratta di una semplice trovata promozionale ma di un ambizioso progetto strategico che amplierà e qualificherà ulteriormente l’offerta formativa di quella che è la più antica università siciliana, fondata su tre poli e con pari dignità, per Siracusa e Ragusa, con la città e l’università di Catania. Bisogna riconoscere al magnifico rettore Francesco Priolo – hanno concluso Italia e Granata – una coerente e intelligente azione di innovazione della presenza universitaria sull’intero territorio del Sudest, oltre ogni campanilismo e nel solco della più antica e nobile tradizione accademica. Un progetto formativo che arricchirà di nuove opportunità le nostre città e che consentirà a tanti giovani di scegliere consapevolmente il proprio avvenire».
La presenza dell’università di Catania a Siracusa risale a un secolo fa con la fondazione della Scuola di Archeologia, seconda solo a quella di Atene, seguita poi dalla facoltà di Architettura, dove sui sono laureati in tutto 1.730 studenti con buoni dati di occupabilità. Per sottolineare il rapporto con i territori, Carmelo Nigrelli, presidente dell’attuale Sds, ha ricordato che oggi sono attivi 19 protocolli d’intesa con enti pubblici mentre il rettore Priolo si è soffermato sulle collaborazioni con le amministrazioni comunali di Siracusa e Caltagirone: la prima per il progetto G124, coordinato a livello nazionale da Renzo Piano, sulla riqualificazione del quartiere di Mazzarona; la seconda per il recupero del quartiere Matrice e il supporto specialistico per il restauro della nota scalinata di Santa Maria del Monte.