Agnone Bagni, La solita storia…

Agnone Bagni, La solita storia…

di Emanuele Gentile
AGNONE BAGNI – Siamo alle solite. Appena inizia la stagione balneare ad Agnone Bagni e zone vicine ecco che riesplode quel bubbone che si chiama “munnizza”. Ogni strada di accesso alla zona a mare viene invaso da decine di metri di “munnizza” buttata lì senza criterio e in sfregio alle più elementari norme del senso civico. Uno “spettacolo” nauseabondo e terribile. Non ci sono parole adeguate per descrivere compiutamente quanto accade, ciò che si vede e ciò che si sente. Cadono, in breve, letteralmente le braccia. Possibile che una zona che dovrebbe essere destinata al piacere del riposo estivo venga trasformata in un’immensa discarica a cielo aperto? E’ evidente che in questo caso la parola “CIVILTA’” appare come un’entità astratta. Qui di “CIVILTA’” non c’è nulla. Purtroppo… E come al solito riprendono puntuali ogni anno le frecciate fra il Comune di Augusta e i residenti delle zone a mare. Si assiste, pertanto, ad uno stucchevole scambio di accuse fra governanti e governati che non fa del bene alla causa. Anzi le polemiche cristallizzano una situazione che di anno in anno tende a peggiorare. Infatti, ogni anno che passa assistiamo a uno “spettacolo” che si replica in maniera fin troppo puntuale e con accenni ad un peggioramento generalizzato. Qualcosa non va e qualcosa non è andato per il verso giusto nel passato. E’ indubbio che qui assistiamo allo scontro fra due entità (Comune di Augusta e villeggianti) che hanno messo nel corso degli anni in campo atteggiamenti e comportamenti per nulla improntati alla risoluzione del problema. Fino a quando il Comune di Augusta ripeterà fino all’infinito che ci sono troppi evasori e dall’altra parte si risponde con atti incivili la questione non potrà mai addivenire ad una sua risoluzione. Quando si scontrano vari comportamenti ipocriti succede questo. Eppure ricordiamoci il passato perché è illuminante. Agnone Bagni e zone vicine nascono all’insegna dell’abusivismo edilizio più selvaggio che ha distrutto nei fatti uno splendido stacco di costa posizionata fra Catania e Augusta. Qui si nota l’assenza di una politica lungimirante che invece di dare ordine a tale area ha preferito utilizzare lo strumento dell’abusivismo edilizio per costruire fortune e carriere. Io politico – in soldoni – ti lascio costruire in barba a qualsiasi norma giuridica e di buon senso se mi dai il voto. Punto e basta. Così facendo si poteva immaginare solo uno scenario plausibile: il disastro più assoluto. Disastro più assoluto a cui stiamo assistendo da svariati anni a questa parte. Una zona che avrebbe potuto diventare un gioiello lungo la costa jonica della Sicilia trasformata in un agglomerato senza né capo né coda di costruzioni prive di pregio e di arte. Nessuna progettualità di un piano regolatore è stata messa in campo. Tutto è sorto per caso e in base alle contingenze del momento. Non si è pensato ad una crescita ordinata, ai servizi, allo sviluppo turistico e a un coinvolgimento dei comuni di Carlentini e Lentini nella “governance” di Agnone Bagni e zone limitrofe. Non c’è stato nulla. Cosa ci si poteva aspettare da un territorio mai governato? Certamente non l’Eden. Qui siamo all’inferno come in parecchie altre zone del Meridione d’Italia sfigurate da un protervo e devastante abusivismo edilizio. E poi si parla di turismo. Solo per riempirsi la bocca perché provate a girare quelle zone e capirete che il turismo appare come un’espressione vuota e senza significato. Se il turismo avrebbe dovuto essere la finalità ultima del comprensorio di Agnone Bagni non saremmo nella situazione in cui ci troviamo oggi. Un territorio preparato e pronto per il turismo non è certamente quello che abbiamo a qualche kilometro da Carlentini e Lentini. Non è un territorio attrezzato e che è andato evolvendosi in base a una precisa linea progettuale di sviluppo territoriale. Piuttosto è un territorio dove ha imperato l’arbitrio dell’abusivismo edilizio in grado di determinare lo stato di assoluto degrado e squallore a cui noi assistiamo ogni giorno quando passiamo da lì. Come risolvere la problematica? Una buona dose di autocritica non guasterebbe perché aprirebbe il cuore e le menti a un dibattito vero e a soluzioni finalmente praticabili.

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