Agrigento, Il giudice Rosario Livatino sarà beato. Papa Francesco ha infatti autorizzato la congregazione delle cause dei santi a promulgare il decreto sul martirio del giudice canicattinese ucciso dalla Stidda nel settembre del 1990.  La cerimonia di beatificazione si terrà il prossimo anno ad Agrigento.  La postulazione della causa di canonizzazione venne condotta da don Giuseppe Livatino, cugino del magistrato. A proporre la beatificazione di Livatino fu monsignor Carmelo Ferraro ma fu poi il cardinale Francesco Montenegro ad avviare nel 2011 il processo di beatificazione che concluse la propria fase di raccolta di atti diocesana nel 2017. Il dieci dicembre scorso Papa Francesco ha ricevuto Montenegro, monsignor Vincenzo Bertolone  – postulatore generale della causa – e monsignor Alessandro Damiano, arcivescovo coadiutore di Agrigento Livatino, Servo di Dio, fu definito “Martire della giustizia ed indirettamente della Fede” da Giovanni Paolo II.  Il papa, oggi beato, proprio al termine dell’incontro con i genitori del magistrato prese ispirazione per la sua celebre condanna della mafia nella Valle dei Templi di Agrigento. L’annuncio è stato dato pochi minuti fa dal cardinale Francesco Montenegro in una diretta Facebook, il quale ha letto la comunicazione proveniente dal Vaticano. Nel testo si parla di una “intensa vita di fede” vissuta con impegno e fede, “testimoniata coraggiosamente fino al martirio”. Un impegno manifestato “nell’esercizio della professione così come nella vita personale”. Livatino, dice il testo, è stato un “autentico profeta della giustizia e credibile testimone della fede in un momento storico e sociale tristemente segnati da una realtà disumana e disumanizzante”. Livatino, dice ancora, era una “persolità libera dai compromessi e caratterizzata da altissima responsabilità morale”, impegnata nel restituire “dignità a un territorio ferito”. “La nostra – ha detto Montenegro – non è solo terra solo di mafia, ma anche di figure straordinarie che in silenzio vivono la loro parte e scrivono la loro storia. Dobbiamo essere orgogliosi – ha continuato – perché il nostro Rosario è beato e adesso appartiene a tutta la chiesa, e la chiesa è il mondo”. “Il 2020 è stato un anno tragico, e tale rimarrà nei nostri ricordi. Ma la nostra Comunità, e non solo, avrà un motivo per ricordarlo anche con gioia. Pochi minuti fa è arrivata la notizia che da tempo aspettavamo. Dopo il rincorrersi di voci, finalmente c’è l’ufficialità: il Santo Padre, Papa Francesco, ha promulgato il decreto che proclama Beato il nostro Rosario Angelo Livatino. Il faro di Fede e Giustizia acceso dal suo martirio per mano mafiosa, illuminerà per sempre la nostra Città. Per tutti noi è la chiamata ad una grande responsabilità: seguire il suo esempio di vita e sacrificio, nella quotidianità delle nostre azioni. Ma non posso non rimarcare che la beatificazione del giudice Livatino rappresenta una ineguagliabile opportunità per la nostra Città. Un’opportunità da cogliere con rispetto e condivisione. Rispetto principalmente per la sua luminosa memoria e per l’affetto della sua famiglia e dei suoi amici. Condivisione, perché adesso più che mai è patrimonio universale. Ma anche un’opportunità da difendere.

Agrigento, Il giudice Rosario Livatino sarà beato. Papa Francesco ha infatti autorizzato la congregazione delle cause dei santi a promulgare il decreto sul martirio del giudice canicattinese ucciso dalla Stidda nel settembre del 1990. La cerimonia di beatificazione si terrà il prossimo anno ad Agrigento. La postulazione della causa di canonizzazione venne condotta da don Giuseppe Livatino, cugino del magistrato. A proporre la beatificazione di Livatino fu monsignor Carmelo Ferraro ma fu poi il cardinale Francesco Montenegro ad avviare nel 2011 il processo di beatificazione che concluse la propria fase di raccolta di atti diocesana nel 2017. Il dieci dicembre scorso Papa Francesco ha ricevuto Montenegro, monsignor Vincenzo Bertolone – postulatore generale della causa – e monsignor Alessandro Damiano, arcivescovo coadiutore di Agrigento Livatino, Servo di Dio, fu definito “Martire della giustizia ed indirettamente della Fede” da Giovanni Paolo II. Il papa, oggi beato, proprio al termine dell’incontro con i genitori del magistrato prese ispirazione per la sua celebre condanna della mafia nella Valle dei Templi di Agrigento. L’annuncio è stato dato pochi minuti fa dal cardinale Francesco Montenegro in una diretta Facebook, il quale ha letto la comunicazione proveniente dal Vaticano. Nel testo si parla di una “intensa vita di fede” vissuta con impegno e fede, “testimoniata coraggiosamente fino al martirio”. Un impegno manifestato “nell’esercizio della professione così come nella vita personale”. Livatino, dice il testo, è stato un “autentico profeta della giustizia e credibile testimone della fede in un momento storico e sociale tristemente segnati da una realtà disumana e disumanizzante”. Livatino, dice ancora, era una “persolità libera dai compromessi e caratterizzata da altissima responsabilità morale”, impegnata nel restituire “dignità a un territorio ferito”. “La nostra – ha detto Montenegro – non è solo terra solo di mafia, ma anche di figure straordinarie che in silenzio vivono la loro parte e scrivono la loro storia. Dobbiamo essere orgogliosi – ha continuato – perché il nostro Rosario è beato e adesso appartiene a tutta la chiesa, e la chiesa è il mondo”. “Il 2020 è stato un anno tragico, e tale rimarrà nei nostri ricordi. Ma la nostra Comunità, e non solo, avrà un motivo per ricordarlo anche con gioia. Pochi minuti fa è arrivata la notizia che da tempo aspettavamo. Dopo il rincorrersi di voci, finalmente c’è l’ufficialità: il Santo Padre, Papa Francesco, ha promulgato il decreto che proclama Beato il nostro Rosario Angelo Livatino. Il faro di Fede e Giustizia acceso dal suo martirio per mano mafiosa, illuminerà per sempre la nostra Città. Per tutti noi è la chiamata ad una grande responsabilità: seguire il suo esempio di vita e sacrificio, nella quotidianità delle nostre azioni. Ma non posso non rimarcare che la beatificazione del giudice Livatino rappresenta una ineguagliabile opportunità per la nostra Città. Un’opportunità da cogliere con rispetto e condivisione. Rispetto principalmente per la sua luminosa memoria e per l’affetto della sua famiglia e dei suoi amici. Condivisione, perché adesso più che mai è patrimonio universale. Ma anche un’opportunità da difendere.

AGRIGENTO – Il giudice Rosario Livatino sarà beato. Papa Francesco ha infatti autorizzato la congregazione delle cause dei santi a promulgare il decreto sul martirio del giudice canicattinese ucciso dalla Stidda nel settembre del 1990.  La cerimonia di beatificazione si terrà il prossimo anno ad Agrigento.  La postulazione della causa di canonizzazione venne condotta da don Giuseppe Livatino, cugino del magistrato. A proporre la beatificazione di Livatino fu monsignor Carmelo Ferraro ma fu poi il cardinale Francesco Montenegro ad avviare nel 2011 il processo di beatificazione che concluse la propria fase di raccolta di atti diocesana nel 2017. Il dieci dicembre scorso Papa Francesco ha ricevuto Montenegro, monsignor Vincenzo Bertolone  – postulatore generale della causa – e monsignor Alessandro Damiano, arcivescovo coadiutore di Agrigento Livatino, Servo di Dio, fu definito “Martire della giustizia ed indirettamente della Fede” da Giovanni Paolo II.  Il papa, oggi beato, proprio al termine dell’incontro con i genitori del magistrato prese ispirazione per la sua celebre condanna della mafia nella Valle dei Templi di Agrigento. L’annuncio è stato dato pochi minuti fa dal cardinale Francesco Montenegro in una diretta Facebook, il quale ha letto la comunicazione proveniente dal Vaticano. Nel testo si parla di una “intensa vita di fede” vissuta con impegno e fede, “testimoniata coraggiosamente fino al martirio”. Un impegno manifestato “nell’esercizio della professione così come nella vita personale”. Livatino, dice il testo, è stato un “autentico profeta della giustizia e credibile testimone della fede in un momento storico e sociale tristemente segnati da una realtà disumana e disumanizzante”. Livatino, dice ancora, era una “persolità libera dai compromessi e caratterizzata da altissima responsabilità morale”, impegnata nel restituire “dignità a un territorio ferito”. “La nostra – ha detto Montenegro – non è solo terra solo di mafia, ma anche di figure straordinarie che in silenzio vivono la loro parte e scrivono la loro storia. Dobbiamo essere orgogliosi – ha continuato – perché il nostro Rosario è beato e adesso appartiene a tutta la chiesa, e la chiesa è il mondo”. “Il 2020 è stato un anno tragico, e tale rimarrà nei nostri ricordi. Ma la nostra Comunità, e non solo, avrà un motivo per ricordarlo anche con gioia. Pochi minuti fa è arrivata la notizia che da tempo aspettavamo. Dopo il rincorrersi di voci, finalmente c’è l’ufficialità: il Santo Padre, Papa Francesco, ha promulgato il decreto che proclama Beato il nostro Rosario Angelo Livatino. Il faro di Fede e Giustizia acceso dal suo martirio per mano mafiosa, illuminerà per sempre la nostra Città. Per tutti noi è la chiamata ad una grande responsabilità: seguire il suo esempio di vita e sacrificio, nella quotidianità delle nostre azioni. Ma non posso non rimarcare che la beatificazione del giudice Livatino rappresenta una ineguagliabile opportunità per la nostra Città. Un’opportunità da cogliere con rispetto e condivisione. Rispetto principalmente per la sua luminosa memoria e per l’affetto della sua famiglia e dei suoi amici. Condivisione, perché adesso più che mai è patrimonio universale. Ma anche un’opportunità da difendere.

 

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