Alda Merini, una vita tra la poesia e la voglia di andare “oltre”

Alda Merini, una vita tra la poesia e la voglia di andare “oltre”

Proprio oggi ricorre l’anniversario della nascita di Alda Merini. L’ambiente familiare era “diviso” fra la madre con un carattere austero e rigido che gli vietava di leggere i libri della biblioteca paterna per non “spingerla” ad essere troppo autonoma e che pensava per lei ad un futuro di madre di famiglia; e il padre che, invece, già da piccolissima, gli aveva regalato un vocabolario e con lei leggeva le parole per spiegarle il significato.
Il suo esordio nella poesia avviene già a 15 anni, grazie ad Angelo Romanò che apprezzandone le sue doti letterarie la presentò a Giacinto Spagnoletto che, da quel momento, sarà sempre accanto a lei cercando in ogni modo di stimolarle la creazione poetica.
Tuttavia, quando fa leggere al padre le bellissime parole che Spagnoletto le aveva dedicato, proprio al suo talento e alla sua vena poetica, lui gli dice di non puntare alla poesia “perché non dà il pane”.
I suoi primi disturbi bipolari gli vengono diagnosticati nel 1947, quando per un mese viene ricoverata in una clinica psichiatrica a Milano dove gli vengono diagnosticati i suoi disturbi bipolari.
Il primo a credere in lei, Spagnoletti, pubblica alcune sue poesie nell’antologia della poesia italiana contemporanea con il “gobbo” e “luce”.
Da questo momento in poi la poesia della Merini inizia ad essere apprezzata da tanti filoni intellettuali del tempo, tra cui Salvatore Quasimodo.
Nel 1953, frutto anche di una rinnovata serenità d’animo, ottenuta sposando un operaio e sindacalista, Ettore Carniti, pubblica la sua prima raccolta di versi in un’opera dal titolo “La presenza di Orfeo” e due anni dopo pubblica la raccolta di versi “Paura di Dio”.
In seguito alla pubblicazione di “Tu sei Pietro”, opera pubblicata nel 1962, inizia un periodo davvero tormentato sul piano della sua stabilità psichica. Passa un lungo periodo all’interno dell’ospedale psichiatrico “Paolo Pini” con brevissimi ritorni in famiglia.
Dopo questo momento terribile, riprende a scrivere e nel 1979 di questa esperienza arrivano dei testi incredibilmente veri e fortissimi. Scrive “Terra santa” e si aggiudica nel 1993 il prestigiosissimo premio letterario “Librex Montale”. Gli anni milanesi che coincidono con la frequenza del caffè-libreria “Chimera” sui navigli dove si ricorda offrisse ai suoi amici, oltre al caffè, i suoi dattiloscritti con poesie inedite. Pubblica “Delirio amoroso e “il tormento delle figure, fra il 1989 e il 1990 e poi, nel ’91 “le parole di Alda Merini”, “Vuoto d’amore” e “ipotenusa d’amore”. Prolifico momento che produce anche “la palude di Manganelli o il ritratto del re. Nel 1994 esce “Sogno e poesia e nel 1995 ritorna prepotentemente con “la pazza della porta accanto”.
Nel 2000 viene pubblicata da Einaudi, “Superba è la notte” un eccellente lavoro di ricomposizione di tante sue liriche grazie ad Ambrogio Borsani.
Gli anni duemila iniziano bene con tante pubblicazioni inedite e con un riconoscimento unanime della sua opera.
Nel Marzo del 2004 esce un bellissimo lavoro musicale dal titolo Milva canta Merini, con undici motivi cantati, appunto da Milva, che riprendono altrettante liriche della Merini.
Muore nel 2009 dopo aver anche usufruito del contributo economico per gli artisti, a cause delle sue condizioni economiche dissestate.

 

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