Alla “scoperta” di Piana degli albanesi, tra proposta turistica, tradizioni e lago

Alla “scoperta” di Piana degli albanesi, tra proposta turistica, tradizioni e lago

Un altro viaggio per la Sicilia, un altro posto da “scoprire”, altri “luoghi dell’anima” da far conoscere.

Nel nostro itinerario virtuale, siamo approdati a Piana degli Albanesi, per incontrare Rosario Petta, sindaco della più grande comunità albanese di Sicilia.

Uno delle caratteristiche più interessanti, sul piano storico-culturale è legato al fatto che, a Piana, si professa il rito greco-bizantino ed è sede vescovile dell’Eparchia di Piana degli Albanesi, circoscrizione della Chiesa Italo-Albanese, la cui giurisdizione si estende su tutte le chiese insulari di rito bizantino.

Caro sindaco benvenuto nella nostra “piazza” virtuale e subito desidero chiederti come ha vissuto la tua comunità questo momento storico così negativo, ovviamente in riferimento alla pandemia da Covid19?

Posso dire che è stata una bruttissima esperienza e, però, devo elogiare i miei concittadini perché si sono attenuti scrupolosamente a tutte le disposizioni con la condivisione delle notizie e delle eventuali criticità. Questo ha determinato che i cittadini hanno avuto le informazioni utili e, allo stesso tempo, univoche dalla task force creata appositamente, con le comunicazioni anche in albanese antico. Fino ad oggi, grazie al buon Dio, siamo Covid Free.

Quali sono le caratteristiche, le peculiarità della tua comunità?

Il miracolo vero è che noi, dopo 530 anni dalla nostra fondazione, manteniamo ancora intatti usi, costumi e tradizioni e molto lo dobbiamo al lavoro fatto dalla chiesa. Devo però dire che a Piana, esiste anche un chiesa che pratica ancora il rito latino.

Perché venire a Piana degli Albanesi, caro sindaco, e soprattutto quando e come poter entrare in contato con le tradizioni del luogo?

A Piana si può venire sempre, poiché la nostra accoglienza è nota e costante in ogni periodo dell’anno. Ovviamente ci sono alcuni momenti, come per esempio la Pasqua che sono altamente caratterizzanti della nostra cultura.

Il giorno di Pasqua, più di trecento ragazze, tutte vestite con il classico abito “di grande festa”, squisitamente sartoriale, con tanti riporti in oro, sfilano per le vie del centro e, alla fine, il miglior abito viene premiato ufficialmente con una targa consegnata proprio dal primo cittadino. La nostra Pasqua ha portato, negli ultimi anni, numerosi flussi turistici, anche dagli Stati uniti d’America e dal Giappone.

Piana degli albanesi ha una caratteristica che, pur essendo vicinissima a Palermo, dalla quale dista circa 25 km, ha un proprio “micro clima”. Si trova su un altopiano montuoso a circa 700 metri s.l.m. e degrada su una conca dove risiede il lago, che prende il nome dell’omonimo monte Pizzuta.

Oltre al museo etnografico “Nicola Barbato”, ricco di storia e tradizioni (dove sono presenti anche gli abiti che le donne indossavano durante alcune cerimonie particolari, così come la riproduzione di una tipica camera da letto e gli appositi suppellettili), c’è anche la riserva naturale orientata delle “serre della Pizzuta”, con un paesaggio dominato da ambienti rupestri e da ampi territori di prateria mediterranea.

Sindaco Rosario e il cannolo tipico di Piana?

Si, caro Renato, questo lo volevo lasciare per ultimo, poiché è vero proprio vero che noi abbiamo “tipicizzato” il cannolo siciliano sia nella parte della buccia che della ricotta, proveniente dagli allevamenti delle nostre montagne.

Anche questo “viaggio” a Piana si è concluso con la promessa di andare a trovare il buon Rosario Petta, nella sua splendida comunità per apprezzarne le tipicità di cui abbiamo parlato.

 

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