SIRACUSA – Il giornalista siracusano Joe Bianca è il candidato a sindaco di Siracusa. La notizia è stata ufficializzata dallo stesso direttore con una lettere aperta inviata ai cittadini siracusani. Ecco il testo:
“Molti cittadini ripongono la fiducia nella mia persona, una forte valenza e mi invitano a fare questo importante passo al quale devo sciogliere le riserve. Tanti anni di esperienza giornalistica nonché editore del Quotidiano “Libertà Sicilia”, dell’emittente televisiva Video66, oltre che dello storico periodico di annunci economici “Portobello Sicilia”.
Il mio amore per Siracusa non è comune come altri dicono. Il cuore pulsa di forti sentimenti. Oggi, significa essere coraggiosi. Avere una tremenda responsabilità al pensiero che erediti una città in macerie, ricostruire la fiducia nei cittadini, l’entusiasmo, la vita sociale che deve iniziare a pulsare, la mancanza di lavoro, tutti i settori sono da riprendere e riqualificare. Desidero profondere ‘identità siracusana’.
Ma i cittadini non sanno ancora chi saranno i candidati e i principali partiti i quali stanno avendo non poche difficoltà nel trovare figure idonee e disposte ad assumersi gli oneri e gli onori della difficile carica di sindaco.
In questa nuova avventura condivisa con molti cittadini prenderà avvio la lista civica «Siracusa al futuro». La politica deve tornare a parlare alla gente e la gente di politica. Ma se le opinioni dei lettori fanno davvero la differenza, perché non vedere che cosa vogliono? Un suffragio di attestazioni. Ho inaugurato il claim: ‘Rivoluzione culturale’, c’è bisogno di un forte cambiamento di modo di pensare di trasparenza e di fiducia reciproca in un momento così delicato in città: ma tutto deve iniziare dal nuovo Sindaco che deve essere, oltre tutto, anche un bravo socializzatore. In questo momento di grande crisi congiunturale occorre essere coesi e solidali con tutti i settori produttivi del nostro territorio per avviare il nuovo Risorgimento a Siracusa. Ce la possiamo fare.
Una città senza progetti è una città senza futuro e ultima nella classifica della ‘qualità della vita’. I giovani vanno via e degli altri se ne aggiungeranno. Manca una politica per la famiglia. Città di persone e per le persone. Serve una Siracusa più produttiva per essere competitiva. Serve sviluppo e posti di lavoro che nel mio progetto ne sono previsti tanti. La nostra è una terra difficile, ma c’è la consapevolezza che può rigenerarsi, che può meglio valorizzare le proprie ricchezze storiche, culturali, patrimoniali e l’agroalimentare. Bisogna rifondare l’artigianato.
Lo sviluppo del territorio è uno dei capisaldi che già propugnavo nel 1997 con un convegno ad hoc. «Siracusa verso il 2000»
Però adesso occorre guardare avanti, quel momento è superato, i tempi sono cambiati. Ricordo con emozione quella fase epocale con oltre 30 tavole rotonde, invitati ad ogni incontro, tutte le maestranze locali per settore, per intraprendere una nuova progettualità per lo sviluppo del territorio. Bene quegli incontri portarono buoni frutti nel settore del commercio con la creazione dei ‘centri commerciali naturali’, porto turistico (poi rimasto incompleto), l’aeroporto turistico a Siracusa di terzo livello per voli charter e aerotaxi. Prima dello scadere del secondo mandato Bufardeci riuscii a far entrare il Comune in una partecipata con la società Aeroporti Spa con il rogito notarile sottoscritto presso lo studio della notaio Costanza. Un progetto ambizioso, un successo, con tre studi di fattibilità totalmente gratuiti da società di progettisti, curati dal sottoscritto, consulente a titolo gratuito che per lunghi otto anni ero riuscito con successo portare a termine con l’individuazione dell’area nel Prg approvato all’unanimità dal Consiglio comunale. Con le dimissioni di Bufardeci per concorrere alle regionali, il mio ruolo si era concluso. Poi è andata come andata, ma io ero già fuori. Inoltre i suddetti tavoli produssero novità di rigenerazione urbana in Ortigia.
Da allora sono trascorsi oltre 26 anni, il territorio è molto degradato, una città irriconoscibile.
Occorrerebbe rivedere moltissime cose, ritornare a sedersi e congiuntamente coesi a progettare la città del futuro risanando il presente.
Siracusa ha subito in questi lunghi anni un ‘conflitto’ politico implosivo, vive di macerie. Siracusa è totalmente da rigenerare. Oggi è una grande desolazione, una desertificazione sociale, commerciale, una città senza vita, i cittadini disorientati e senza entusiasmo sia per il presente che per il futuro. Per quanto riguarda il Turismo, Siracusa non ha mai avuto un progetto attrattivo, per incapacità politica. Per fortuna la città per la sua storia richiama il turismo ma non basta come si è visto fino adesso a fare piangerie. Capitolo a parte per le Rappresentazioni classiche che rappresentano una goccia nel mare. Neanche l’evento di Dolce e Gabbana è riuscito lo scorso anno ad incrementare il turismo che è regredito di oltre centomila unità rispetto agli anni precedenti (dati Albergatori Siracusa). Abbiamo un giacimento culturale da fare invidia a tutti, da realizzare una forte economia alla pari con quella dell’industria, così come ha realizzato nei decenni Venezia con il vicino polo industriale di Porto Marghera.
La foto di Siracusa è quella di un territorio disarticolato, complesso amorfo, caratterizzato: dalla presenza di un sistema ambientale esteso e vario nella sua stesura di periferie con il PRG scaduto; dalla presenza di sistemi urbani storici: Ortigia con il PPO scaduto e con la Borgata senza un Piano di rilancio di storicità che potrebbe dare vita ad un cantiere-sorgente di lavoro sempre aperto, alle contrade marinare al centro urbano alla città del Novecento; da un sistema economico e da numerose relazioni con il territorio da compattare.
Con le amministrative c’è un brulicare di liste civiche e di candidati ma occorre per essere credibili. Nell’attuale momento storico, caratterizzato da ‘tzunami di trasformismo politico’ e, conseguentemente, da accelerata trasformazione della società, il problema della “cittadinanza” assume una dimensione planetaria, viene dibattuto in tutte le Nazioni.
Come accade in tutte le parti del Paese, molti politici che cambiano per opportunismo ‘bandiera’ essere accusati di trasformismo equivale ad una condanna oltre che politica anche morale, specialmente a Siracusa, con i politici dal fare sotterraneo somigliante alle Catacombe di s. Giovanni e di s. Lucia.
Il trasformista politico locale equivale ad essere un voltagabbana, un inquinatore della moralità pubblica e privata, un portatore di germi. Il sostantivo ‘trasformismo’ fa rima con ‘opportunismo’ che si accentua nel periodo elettorale. Con l’approssimarsi delle elezioni amministrative per i possibili candidati a sindaco, nelle ultime settimane, abbiamo assistito a questo fermento politico e a non cadere nelle facili illusioni, trappole di fantomatici politici locali ammaliatori di promesse evanescenti che non manterranno mai. A tal proposito, i siracusani sono avvertiti, qualora si prospettasse un sindaco ‘trasformista’ si andrebbe dopo qualche anno nuovamente alle elezioni anticipate per causa della bagarre politica che ne scaturirebbe intorno al gruppo che lo sorregge e nello stesso consiglio comunale che pullurerebbe di ‘trasformisti opportunisti’. Per carità divina, nessuna accusa a nessuno, ognuno si gestisce come meglio crede, però a perderci è soprattutto la città.
La prossima giunta che da luglio s’insedierà avrà un compito molto arduo cioè quello di contenere la spesa economica e puntare a ripianare il deficit di bilancio. L’opportunità sarebbe dopo ‘the day after’ azzerare tutto al Vermexio nel limite del possibile, s’intende, e ripartire da zero ricostruendo e monitorando il presente, strade, marciapiedi, illuminazione, verde pubblico, asili nido, scuole, famiglie, anziani, giovani, bambini e assicurare pari dignità alle associazioni LGBT. Guardare con ottimismo: «Siracusa al futuro»”.